
Le delicate e preziose uova di Fratino presenti sulla spiaggia della Salina dei Monaci e Palude del Conte, marine di Manduria, non sarebbero al sicuro. A dare l’allarme, smontando le rassicurazioni del personale delle Riserve naturali che avrebbero individuato e recintato sinora ben quattordici nidi dell’uccello protetto, è l’ambientalista manduriano Francesco Di Lauro che commenta così la notizia pubblicata ieri che dava conto della presunta messa in sicurezza delle nidiate. «Dire che i nidi di Fratino lungo le nostre spiagge siano «sorvegliati speciali» è più un atto di fede, o di pietà, che realtà dei fatti».
Secondo Di Lauro che oltre ad essere presidente dell’Associazione Azzurro Ionio è anche referente del Wwf, «un nastro a terra, un cartellino e le cannette – riferendosi alle misure messe in atto dallo staff del presidente delle Riserve, Alessandro Mariggiò - sono solo una foglia di fico».
Per Di Lauro l’unica misura efficace per proteggere i nidi è la presenza costante sul posto di guardiani volontari. «In assenza di presidio continuo, in attesa di protocollo ministeriale – scrive l’avvocato - siamo curiosi di sapere all’interno dello "staff riserve" come, quando, chi sorveglia in modo speciale i 14 nidi di Fratino». Il rappresentante del Wwf chiede nello specifico le professionalità e le competenze degli addetti ai lavori. «Nome, cognome, giorni – scrive - possibilmente con documentazione delle schiuse andate a buon fine così come siamo abituati a fare noi con le uova di Caretta Caretta». Altrimenti, conclude Di Lauro, «è tutta la solita fuffa».
L’avocato ambientalista lancia poi delle accuse di ritardi negli interventi a tutela dei nidi. «Lo sanno bene i volenterosi bagnanti di Via Lago di Bolsena – scrive - che da soli quel nido lo hanno protetto per 22 giorni e solo al ventesimo giorno è arrivato il nastrino».
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1 commento
Fernando Maria Maurizio Potenza
sab 20 giugno 2020 01:18 rispondi a Fernando Maria Maurizio PotenzaProteggere la natura, significa proteggere noi stessi. Vedo che il Coronavirus non ci ha insegnato nulla. Abbiamo solo, perché costretti, fatto una pausa di inciviltà verso di essa. Quanti Coronavirus dovranno venire prima di capire che distruggere, inquinare o semplicemente disinteressarsi ci condurrà alla fine del nostro pianeta? Oggi, servono persone come Francesco per dare l'esempio e più giovani, che invece di stare seduti con lo sartphone sulle soglie delle case, andassero ad aiutarlo.