
Potrebbe non essere ancora finita la partita, e questa volta il conto rischia di pagarlo il Comune. Dopo essere state escluse inizialmente dal bando per l’assegnazione delle concessioni demaniali marittime sulle spiagge libere con servizi, quattro imprese sono state riammesse solo a stagione estiva già abbondantemente iniziata. Ora, a fronte di potenziali mancati guadagni, si profila il rischio concreto di ricorsi per danni e richieste di risarcimento economico anche molto ingenti.
La vicenda
Tutto nasce dal bando pubblicato a marzo 2025 per l’assegnazione di 14 concessioni temporanee (durata biennale) per la gestione di spiagge libere attrezzate. Una gara molto attesa, alla quale avevano partecipato numerosi operatori economici. Con la determina del 3 giugno scorso, tuttavia, ben sei imprese erano state escluse per presunte irregolarità: la Albus Srls, Aquarium Residence Srl, Costa Bevagna Srl e Bianca Lopez Musica per Eventi.
Tra queste, la Costa Bevagna Srl ha immediatamente impugnato l’esclusione dinanzi al Tar di Lecce, ottenendo, con decreto monocratico del Presidente, la sospensione del provvedimento. Il giudice ha rilevato la sproporzione dell’esclusione rispetto all’importo del debito Tari (giudicato minimo) e ha contestato l’assenza di un adeguato contraddittorio. Il comune, insomma, avrebbe escluso le imprese senza giusta causa e non le avrebbero messe in condizione di riparare o comunque di essere informate circa i motivi dell’esclusione.
La svolta tardiva
Il Comune, preso atto del decreto cautelare, ha deciso di revocare in autotutela l’esclusione non solo per la Costa Bevagna, ma anche per le altre tre imprese con situazioni analoghe, annullando i precedenti atti e procedendo all’assegnazione dei lotti richiesti. Tuttavia, la nuova determina è datata 10 luglio 2025: un ritardo che potrebbe avere conseguenze economiche pesanti.
Rischio risarcimenti
L’estate turistica è già entrata nel vivo. Per imprese del settore, il mese di luglio rappresenta un picco di attività e fatturato e ogni giorno di inattività equivale a perdite dirette e opportunità svanite. IUn mancato quaderno per il periodo già trascorso ma anche per quello necessario per allestire il tutto a partire da ieri (sempre che avranno ancora la possibilità di ripartire con i lavori con le spiagge ormai piene). Non è escluso, dunque, che le imprese riammesse, pur soddisfatte del riconoscimento delle proprie ragioni, decidano ora di agire legalmente contro l’ente per ottenere un risarcimento dei danni subiti.
Le richieste potrebbero includere: Il mancato incasso da attività turistiche non avviate; spese sostenute per l’avvio del progetto (attrezzature, personale, marketing); danno all’immagine per essere state ingiustamente escluse.
Secondo fonti legali vicine agli operatori, si valutano le condizioni per azioni risarcitorie individuali, con importi che potrebbero raggiungere diverse decine di migliaia di euro per ciascuna azienda. In un momento di forte pressione sui bilanci comunali, un contenzioso collettivo di questo tipo rischierebbe di produrre un effetto domino sulla gestione amministrativa con un sicuro interessamento della Corte dei conti.
Un bando troppo frettoloso?
La vicenda riaccende il dibattito sulla gestione delle gare pubbliche e sui meccanismi di verifica tributaria dell’amministrazione Pecoraro, applicati in modo rigido ma, a quanto pare, giuridicamente discutibile. Il Tar ha infatti sottolineato come un debito minimo, se oggetto di rateizzazione (come nel caso della ditta esclusa che ha presentato ricorso), non possa giustificare un’esclusione automatica. Una posizione che impone maggiore cautela agli uffici comunali nella valutazione delle domande.
Il futuro
Nel frattempo, il Comune ha comunicato al Tar il venir meno dell’interesse al giudizio, avendo accolto in autotutela le osservazioni del giudice. Ma il fronte giudiziario potrebbe ora spostarsi dal piano amministrativo a quello risarcitorio, aprendo una nuova fase del contenzioso.
In una stagione che doveva segnare il rilancio turistico della costa manduriana, a dominare la scena rischia di essere ora la battaglia legale tra operatori e amministrazione. E il conto, in questo caso, potrebbe rivelarsi molto salato.
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2 commenti
frank
oggi, ven 11 luglio 08:39 rispondi a frankEcco un altro caso, la giustizia richiesta solo pro domo sua! Continua il teatrino e io non pago.....anzi tu devi pagare me. Buonismo imperante del nostro paese, arzigogolando cavilli qua e là
Lorenzo Libertà per la Marina
oggi, ven 11 luglio 07:45 rispondi a Lorenzo Libertà per la MarinaNon sono cattivi fidatevi sono proprio scarsi 😜 il problema è che non pagano di tasca propria ma con i soldi della collettività che potrebbero essere utilizzati per il sociale. Opinioni