
Sopralluogo a sorpresa ieri dell’assessora regionale all’Ambiente, Serena Triggiani e del presidente della quinta Commissione, Michele Mazzarano, sulla discarica dismessa e abbandonata in contrada «Li Cicci» a Manduria. I due politici hanno voluto prendere visione delle condizioni dell’impianto mai bonificato e già fonte di inquinamento, facendosi accompagnare dal direttore dell’Arpa di Taranto, Vittorio Esposito che dallo studio sommario dei luoghi ha illustrato i rischi ambientali futuri e le misure necessarie per evitarli o limitarli. All’ispezione hanno preso parte anche il sindaco di Manduria, Gregorio Pecoraro con l’assessora comunale all’ambiente Katia Fusco e il responsabile comunale dell’area tecnica, architetto Sergio Ludovico. «Durante il sopralluogo – fa sapere il sindaco Pecoraro -, è stato accertato lo stato attuale del sito e valutato il grado di rischio ambientale, sanitario e paesaggistico, al fine di definire la priorità dell’intervento regionale, previsto in sostituzione dei gestori inadempienti, nel rispetto della normativa vigente e del principio “chi inquina paga”».
Quella che viene definita «la bomba ecologica», situata a circa trecento metri dall’altra mega discarica gemella e ancora in attività gestita da «Manduriambiente», è un ammasso di circa 700 mila metri cubi di rifiuti solidi urbani provenienti dal bacino orientale della provincia di Taranto. Dopo un ampliamento della capienza e il definitivo esaurimento della capacità e un breve periodo di sfruttamento dei gas prodotti dalla macerazione dei rifiuti, la discarica è stata completamente abbandonata senza essere mai bonificata. Più volte oggetto di atti vandalici e depredata di impianti e manufatti, compresa la copertura di plastica delle due enormi campate (per due volte oggetto di incendi), la «Li Cicci» ha continuano a rilasciare percolato che a contatto con il terreno ha prodotto l’inquinamento, documentato, della falda.
Gli interventi eseguiti negli anni hanno sempre tamponatole l’emergenza. L’ultimo più consistente risale al 2012 quando l’allora commissario prefettizio, Aldo Lombardo, firmò la delibera del progetto esecutivo per la messa in sicurezza degli impianti. L’intervento che prevedeva un impegno di un milione e quattrocentomila euro, fu affidato alla società Advenco Ingegneria Srl aggiudicataria di regolare gara. In quella occasione furono ricostruite le coperture danneggiate, i canali di scolo e di raccolta del percolato e fu recintata l’intera area. Di bonifica definitiva però non si è più parlato.
L’argomento è venuto fuori nel corso del sopralluogo di ieri e a portarlo all’attenzione dei due politici è stato il direttore dell’Arpa, Esposito, che ha ribadito la necessità di completare le fase post mortem della discarica con la copertura di terra dei cumuli non prima della verifica dell’esistenza di biogas ancora soffocato sotto le due campate.
Questa mattina a Bari, il tema ambientale del triangolo manduriano delle discariche (Li Cicci, Manduriambiente e Eden 94, quest’ultimo impianto di compostaggio), sarà affrontato nell’audizione regionale presieduta da Mazzarano che per l’occasione ha convocato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, l’assessora Triggiani e i vertici di Arpa, Asl e Ager. E naturalmente il sindaco di Manduria, Pecoraro.
Nazareno Dinoi su Quotidiano
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