
«Torneremo in Germania senza poter deporre un fiore sulla lapide di nostro figlio. È un dolore che io e mia moglie non riusciamo a sopportare». Con queste parole, Eliseo Durante – originario di Manduria e oggi residente all’estero con la compagna di Avetrana – ha acceso i riflettori su una vicenda che dura ormai da oltre sei mesi: una parte del cimitero comunale, chiusa dopo la caduta di calcinacci, è rimasta inaccessibile senza che sia mai partito alcun intervento di messa in sicurezza.
La zona, recintata provvisoriamente con del semplice nastro, è stata abbandonata a se stessa. Un provvedimento che, nato come temporaneo, si è trasformato in una situazione stabile, trasformando il luogo del ricordo e del raccoglimento in un simbolo di incuria.
Durante, esasperato, ha scritto direttamente al sindaco di Avetrana, Antonio Iazzi, accusando l’amministrazione di aver scelto la scorciatoia: «Non posso andare a trovare mio figlio né lasciare un fiore, perché invece di riparare la tettoia hanno solo messo un nastro che impedisce l’accesso. Questa non è una soluzione, tanto più che lo stato igienico è disastroso. Dopo più di sei mesi – ha aggiunto – la invito a risolvere al più presto, prima che la vicenda finisca sui giornali con foto annesse».
Il primo cittadino aveva risposto lo scorso 10 aprile, assicurando che una verifica tecnica era stata effettuata e che non risultavano criticità tali da giustificare ulteriori ritardi. «A maggio dovremmo avere le risorse necessarie per intervenire – scriveva Iazzi – e mi dispiace molto per la situazione». Una promessa che oggi, a distanza di mesi, resta disattesa.
Ad agosto, infatti, nulla è cambiato: la parte del cimitero è ancora off-limits, i cittadini non possono avvicinarsi ai propri defunti e l’area appare come un cantiere mai avviato. «Se il Comune continuerà a rinviare – avverte Durante – mi rivolgerò a Prefettura e Asl, perché qui non è solo questione di decoro e rispetto per i morti, ma anche di salute pubblica. Non è concepibile che un cimitero resti in queste condizioni senza alcun intervento».
La vicenda, dunque, supera i confini di un problema locale e diventa un banco di prova per l’amministrazione. Per la giovane coppia, già segnata dal lutto, la richiesta è semplice ma imprescindibile: «Chiediamo rispetto, chiediamo che il cimitero torni a essere un luogo di memoria e non l’immagine di un degrado che offende la nostra comunità e la memoria di nostro figlio», conclude il manduriano.
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1 commento
Lorenzo Libertà per la Marina
oggi, mar 19 agosto 07:45 rispondi a Lorenzo Libertà per la MarinaPoi qualche personaggetto di Avetrana viene alla Colimena a fare pubbliche proteste contro Manduria per ciò che non va bene 😜 Ma a casa loro.... 🤫 Citti citti. Opinioni