
Dopo anni di abbandono e criticità ambientali, la discarica di contrada “Li Cicci” a Manduria è stata inserita nell’elenco regionale dei siti a rischio da risanare. L’impianto, inattivo dal 2008 per raggiunta saturazione e mai sottoposto agli interventi di chiusura previsti dalla normativa (come la captazione del biogas e la copertura finale dei rifiuti), rientra ora in un programma di bonifica finanziato dalla Regione Puglia con uno stanziamento complessivo di 84,5 milioni di euro destinati a tredici siti pugliesi considerati particolarmente pericolosi.
Domani, a Bari, si terrà un primo tavolo tecnico tra i funzionari regionali, guidati dal direttore del Dipartimento Ambiente Paolo Francesco Garofoli, e i tecnici del Comune di Manduria. L’incontro servirà a definire le modalità di accesso e utilizzo delle risorse assegnate.
Gli interventi in programma prevedono la completa disattivazione dell’impianto, la messa in sicurezza dell’area, la bonifica ambientale e il monitoraggio successivo. Il tutto sarà realizzato seguendo i più severi standard ambientali stabiliti a livello europeo e nazionale.
Questo piano si affianca a una precedente strategia regionale che aveva già previsto 75 milioni di euro per operazioni analoghe, portando il totale dell’investimento pubblico per la bonifica delle discariche a quasi 160 milioni.
La discarica “Li Cicci” è rimasta attiva per soli cinque anni, ma ha generato notevoli profitti: si stima che il gestore abbia incassato circa 20 milioni di euro grazie allo smaltimento di 500.000 tonnellate di rifiuti provenienti da 17 comuni, al prezzo medio di 40 euro a tonnellata. Tuttavia, gli obblighi di post-gestione non sono mai stati rispettati: il sito è stato lasciato in stato di abbandono e le opere previste – come la copertura finale e la rinaturalizzazione – non sono mai state eseguite.
Nel corso degli anni l’impianto è stato oggetto di vari incidenti, tra cui tre incendi e numerosi atti vandalici, oltre a due inchieste giudiziarie: una archiviata, l’altra conclusa con una condanna al gestore, poi risultato privo di mezzi economici.
Sebbene la discarica di Manduria sia parte del piano regionale, non rientra tra i siti con priorità assoluta: precedenza sarà data alle discariche “Francavilla Ambiente” di Francavilla Fontana, “Ecoambiente” di Bitonto e “Enerambiente ex Smd” di Brindisi. Solo in una seconda fase si procederà con gli interventi su altri siti, inclusi quelli di Altamura, Taranto, Cerignola, Giovinazzo, Palo del Colle, Foggia, Conversano e Manduria.
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1 commento
Lorenzo Libertà per la Marina
oggi, lun 4 agosto 08:00 rispondi a Lorenzo Libertà per la MarinaLe famose " miniere d' oro" 😜 Le discariche autorizzate, fanno fare soldi prima e dopo da morte. In mezzo? Chi era preposto ai controlli giocava a briscola e le convenzioni tra pubblico e privato con fideiussioni a garanzia erano sogni nei cassetti. Oggi quelli che sono al terzo mandato ricominciano con i censimenti 🤣🤣 E noi paghiamo l' ennesima bonifica e poi non si hanno i soldi per l' acqua potabile o per le strade fatiscenti. Tutti bravi con i soldi del popolo. La Puglia è tra ke peggiori regioni italiane nella gestione dello smaltimento rifiuti. Un motivo ci sarà cari politicanti furbi ma poco moderni. Opinioni