
L’orario di inizio del funerale era stato fissato per le 16, ma a salutare per l’ultima volta Matteo Buccoliero c’erano già da mezz’ora centinaia di persone, tutte accalcate nel convento di San Francesco, a Sava. Non c’era spazio neppure fuori l’atrio della parrocchia: la morte del 19enne avvenuta tragicamente nell’incidente di domenica scorsa sulla Torre Santa Susanna – Mesagne, ha riunito ieri un bagno di folla proveniente da ogni provincia salentina, stretta al dolore della conosciuta famiglia savese per via della professione del padre, Mariano, magistrato a Taranto.
Le strade della città nel pomeriggio di martedì 27 febbraio erano deserte perché nell’ora dell’omelia i residenti si sono assiepati tutti in parrocchia. C’è solo un piccolo vuoto di fronte l’altare, lì dove c’è la bara del ragazzo con accanto il padre. È sconvolto e abbandona il capo su un fianco della cassa funebre: un’immagine che difficilmente i presenti dimenticheranno. È senza parole anche il parroco di San Francesco che decide di aprire la messa con onestà: «Vorrei tanto tacere», ammette l’uomo di chiesa dinanzi a una enorme e inusuale platea di fedeli e al dolore dei famigliari.
Il suo discorso riaccende in larga parte il faro sull’incidente ricordandone i dettagli, con poca delicatezza per alcuni. Con riservatezza invece gli amici di Matteo hanno atteso l’uscita del feretro all’esterno della chiesa, con in mano dei palloncini bianchi. C’era un silenzio solenne che accompagna il breve percorso della bara dal portone della parrocchia all’automobile funebre. Silenzio rotto infine con un grosso applauso e poi con il lancio dei palloni in aria. E mentre la macchina si allontanava per dirigersi al cimitero, in molti decidevano ugualmente di fermarsi davanti la chiesa.
A rendere omaggio alla famiglia Buccoliero c’erano quasi tutti i magistrati del Tribunale e della Procura di Taranto con in testa la procuratrice capo della Repubblica, Eugenia Pentassuglia e della Procura per i minorenni Pina Montanaro. Folta anche la rappresentanza della magistratura leccese con il procuratore capo Antonio Maruccia. Presente anche il questore di Taranto, Massimo Gambino e tutte le massime cariche delle forze dell’ordine presenti sul territorio e tanti avvocati, alcuni venuti anche dalle altre province salentine. E i parlamentari Dario Iaia e Giovanni Maiorano con il sindaco di Sava, Gaetano Pichierri che ha affidato ai social il suo cordoglio personale e dell’intera comunità da lui rappresentata. «Non c’è dolore più grande ed inaccettabile – si legge -, di quello della perdita di un figlio, un dolore profondo e insopportabile che sconvolge l’ordine naturale delle cose». Il primo cittadino savese ha voluto ricordare anche la giovanissima Matilde Chionna, vittima anche lei dello stesso destino. «Oggi è il momento del silenzio e della preghiera – ha detto Pichierri -, il modo migliore per ricordare Matteo e Matilde strappati precocemente nel loro percorso di vita».
E' la fine triste di una cerimonia maledettamente triste che le parole del parroco, a tratti crude, hanno contribuito a rendere ancor più insopportabile ricordando i momenti dello scontro e le immagini terribili della macchina distrutta che ha ucciso i due giovani amici. «Povero don Pierino, anche lui era confuso e non ha saputo trovare le parole di conforto», ha sussurrato uno dei presenti.
Per tutti resta il ricordo del giovane Matteo che stava studiando per diventare medico, ma anche la rabbia di una morte ingiusta e incomprensibile. L’ennesima avvenuta sulla strada.
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2 commenti
Marco
mer 28 febbraio 2024 08:43 rispondi a MarcoNon potete scrivere CERIMONIA MALEDETTA. Nessuna cerimonia religiosa è maledetta. E che cax
Cittadino del mondo
mer 28 febbraio 2024 03:53 rispondi a Cittadino del mondoVeramente c'è scritto MALEDETTAMENTE TRISTE cosa ben diversa da quanto da lei evidenziato