
Dopo anni di silenzio, l’ex deputata del Movimento 5 Stelle ed ex sottosegretaria alla Giustizia, Anna Macina, torna a far sentire la sua voce pubblicamente. Lo fa scegliendo un tema che ha segnato la sua esperienza politica e personale: la vicenda del depuratore consortile di Manduria e Sava, da lei già oggetto in passato di un esposto alla Procura di Brindisi.
Macina riapre il fronte con un lungo intervento in cui non risparmia critiche e amarezze, ma anche rilancia una battaglia che, seppure cambiata nei contenuti, per lei non può considerarsi conclusa.
“Sava-Manduria: rassegnarsi? Mai – scrive –. Per tutta l’estate ho letto di miasmi, lamentele e rassegnazione. Ho taciuto, perché la sconfitta di quella battaglia brucia ancora, ogni volta che passiamo davanti a ciò che è lì ma lì non doveva essere”.
L’ex onorevole punta il dito anche contro chi, a suo dire, avrebbe dovuto sostenerla e invece l’ha lasciata sola:
“Brucia pensare a chi doveva combattere al mio fianco le stesse battaglie politiche – almeno questo credevo – e invece mi ha lasciata sola, pur sedendo tutt’ora e magari anche al prossimo giro, su scranni romani, regionali e comunali”.
Un passaggio particolarmente duro è dedicato alle istituzioni regionali e nazionali: “Alle porte chiuse a Bari e a Roma, dove nessuno voleva davvero ascoltare”.
Macina non risparmia critiche neppure all’attuale commissione di vigilanza, definita “la fotografia perfetta di una politica pavida”. “Prima denunciano i miasmi in un verbale, poi – quando i giornalisti fanno il loro dovere – si rimangiano tutto e accusano la stampa, rea di averlo reso pubblico!”.
Se la battaglia per fermare l’impianto è persa, l’ex sottosegretaria annuncia che non abbasserà la guardia: “La guerra per la tutela del territorio, dell’oro blu e della salute no. Magari cambierà l’obiettivo e cambieranno le pretese: controlli serrati, trasparenza totale, che tutto funzioni alla perfezione”.
E lancia un appello a chi non si è mai arreso: “Magari occorrerà una ‘chiamata’ per tutte le forze, le energie e le persone che non si sono mai arrese. Magari ci si ricompatterà per vigilare, così che alla prima infrazione accertata non si resti a guardare. Io non mi rassegno. E so di non essere la sola”.
Con queste parole, Anna Macina torna a smuovere le acque su un tema che da anni divide la comunità locale e promette battaglia: “Vediamo che succede…”.
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