
È arrivata la condanna per Pierdanilo Sciurti, il trentenne idraulico di Specchia che il 10 novembre 2024, sotto l’effetto combinato di alcol e droga, ha investito e ucciso il giovane Naem Uddin, un richiedente asilo bengalese di soli 22 anni. L’incidente, avvenuto a Tricase, sulla provinciale 75 nei pressi degli impianti sportivi di via Giaccari, aveva scosso profondamente l’intera comunità salentina.
Ieri, lunedì 9 giugno, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Lecce, dott. Angelo Zizzari, ha accolto la richiesta di patteggiamento presentata dalla difesa dell’imputato e concordata con il Pubblico Ministero, dott. Alberto Santacatterina: tre anni e sei mesi di reclusione per omicidio stradale aggravato. Una pena che, superando i due anni, non prevede la sospensione condizionale. Sciurti, che era già agli arresti domiciliari, potrà ora chiedere l’affidamento ai servizi sociali come misura alternativa al carcere, una volta che la sentenza sarà definitiva.
L’incidente
Naem Uddin, originario di Habiganj (Bangladesh), era giunto in Italia da pochi mesi, il 6 aprile 2024, e risiedeva presso il centro di accoglienza SPRAR di Tricase. Quella tragica sera di novembre, stava percorrendo il bordo strada con il suo monopattino, seguito da un connazionale in bicicletta. Improvvisamente, la Volvo V40 guidata da Sciurti lo ha travolto a forte velocità, in direzione Lucugnano. L’urto è stato violentissimo: il corpo del giovane è stato scagliato oltre un muretto ed è morto sul colpo.
Una condotta gravissima
Il conducente non solo viaggiava a una velocità tra gli 80 e i 90 km/h in un tratto con limite di 50 km/h, ma è risultato positivo sia all’alcoltest (con un tasso di 1,7 g/l, oltre tre volte il limite consentito) sia al test per sostanze stupefacenti. Dopo l’impatto, in un primo momento, non si è nemmeno fermato, ma ha proseguito la marcia per qualche centinaio di metri prima di tornare indietro. I carabinieri del Nucleo Radiomobile di Tricase, intervenuti per i rilievi, hanno immediatamente disposto il ritiro della patente e l’arresto con l’accusa di omicidio stradale aggravato.
L’inchiesta
Durante le indagini, il Pubblico Ministero ha affidato una consulenza cinematica all’ing. Antonio Caricato, per ricostruire nel dettaglio la dinamica dell’incidente. Il mezzo della vittima è risultato in perfette condizioni, dotato di fanali e catarifrangenti funzionanti. Naem stava procedendo correttamente ai margini della carreggiata. L’ing. Pietro Pallotti, esperto forense incaricato da Studio3A-Valore S.p.A., ha supportato tecnicamente la famiglia del giovane, rappresentata dall’avv. Antonio Busti e dall’area manager Sabino De Benedictis.
La giustizia e il dolore
Inizialmente destinato al giudizio immediato davanti alla dott.ssa Maddalena Torelli del Tribunale di Lecce, Sciurti ha optato per il rito alternativo patteggiando una pena concordata, come detto, in tre anni e mezzo. Nessuna sentenza potrà però restituire Naem ai suoi cari – genitori, nonni e un fratello minore rimasti in Bangladesh – ma almeno oggi hanno ottenuto una parziale risposta da un sistema giudiziario che ha riconosciuto la gravità dei fatti.
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