
Dopo le due opere in acciaio recentemente donate al comune di Manduria che le ha esposte sul piazzale del municipio, un altro importante pezzo della collezione del maestro Pietro Guida trova una nuova casa al Museo Sigismondo Castromediano di Lecce. Si tratta della scultura Il Minotauro e le fanciulle, realizzata nel 1997 dall'artista, che entra a far parte della collezione permanente del museo grazie alla donazione del figlio Giuseppe, secondo la volontà espressa dallo stesso Guida prima della sua morte. La cerimonia di presentazione avverrà giovedì prossimo, alle ore 19, durante un incontro che vedrà la partecipazione di Luigi De Luca, Lorenzo Madaro, Brizia Minerva e Giuseppe Guida.
L'iniziativa offre l'opportunità di ripercorrere il cammino di uno degli scultori più riservati e innovativi del Novecento pugliese, scomparso nel dicembre dello scorso anno. Inoltre, permette di riscoprire il legame profondo tra la sua opera e il mito, ma anche con la materia, che caratterizza l'intero suo percorso artistico. Nato nel 1921 a Santa Maria Capua Vetere e formatosi a Napoli, Guida ha insegnato per molti anni all'Accademia di Belle Arti di Lecce e al Liceo Artistico di Taranto, ricoprendo un ruolo fondamentale nella formazione delle nuove generazioni di artisti.
Il Minotauro e le fanciulle rappresenta un’opera cruciale nella sua evoluzione artistica, in particolare negli ultimi anni della sua carriera. Con il suo uso del cemento "incompleto" e corpi privi di artifici, l’opera si colloca in un territorio che sfida la distinzione tra astrazione e figurazione. La scultura evoca il mito del labirinto di Cnosso, mettendo in relazione il conflitto tra bestialità e ragione, violenza e tenerezza. La materia, in questo caso il cemento, rimanda a una tensione tra il presente e l’antichità, creando un ponte instabile che unisce la visione mitologica con le problematiche artistiche contemporanee.
Il dialogo tra Il Minotauro e le fanciulle e le collezioni archeologiche del Museo Castromediano rende questa scultura un pezzo fondamentale per comprendere il rapporto tra Guida e la storia, non solo quella dell'arte, ma anche quella del mito e della civiltà. La sua ricerca, infatti, non è mai stata lineare, ma si è sempre mossa tra esperimentazione e riflessione profonda sulla natura dell’arte e dell’uomo.
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