
Un ragazzo di 15 anni, residente nella provincia di Taranto, è stato perquisito questa mattina dalla Digos su delega della Procura per i Minorenni del capoluogo ionico, nell’ambito di un’operazione nazionale di contrasto alla radicalizzazione giovanile. L’indagine, coordinata dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, coinvolge complessivamente 22 minorenni tra i 13 e i 17 anni, emersi in contesti estremisti di varia matrice: suprematista, jihadista, accelerazionista e antagonista.
Il 15enne tarantino è indagato per propaganda e istigazione all’odio razziale, etnico e religioso, nonché per porto illegale di armi in luogo pubblico. Gli inquirenti hanno rilevato gravi indizi a suo carico nell’ambito di conversazioni via chat con un altro minorenne indagato dalla Procura dei Minori di Venezia. In questi scambi, il giovane avrebbe dichiarato di essere stato membro del gruppo suprematista statunitense “The Base” e di essere coinvolto nella fabbricazione di ordigni artigianali.
Durante la perquisizione, sono stati sequestrati dispositivi informatici e telefoni cellulari che verranno ora sottoposti ad analisi tecnica. Secondo una prima ispezione, al loro interno sarebbero già stati rinvenuti contenuti estremisti, tra cui immagini di guerriglieri armati, materiale di propaganda suprematista e istruzioni per la costruzione di armi rudimentali.
L’operazione odierna si inserisce in un contesto più ampio di emergenza legata alla radicalizzazione minorile in Italia, dove il fenomeno appare in crescita costante. Solo nella prima metà del 2025, sono stati 52 i minori sottoposti a perquisizione per simili motivi, con un trend in aumento rispetto agli anni precedenti.
Secondo quanto riferito dalla Polizia di Stato, l’ambiente digitale rappresenta il principale veicolo di indottrinamento per questi giovani, che spesso vivono situazioni di isolamento sociale, vulnerabilità psicologica e disagio familiare. In particolare, la fascinazione per la violenza e le armi si accompagna a un utilizzo disinvolto del linguaggio digitale e della lingua inglese, oltre a un ricorso frequente a simboli e riferimenti ideologici estremisti.
L’indagine conferma l’urgenza di rafforzare gli strumenti di prevenzione, soprattutto in rete, per arginare la diffusione di contenuti violenti e l’adescamento ideologico dei minori. In tal senso, l’Italia ha sollecitato la Commissione Europea a inserire la radicalizzazione online dei giovani tra le priorità della futura Agenda antiterrorismo dell’UE.
Nel frattempo, l’attività della Digos e della Procura per i Minorenni di Taranto prosegue per verificare la portata e la rete di relazioni del giovane indagato, mentre il materiale sequestrato potrebbe fornire nuovi elementi su eventuali complici e su collegamenti con altre realtà estremiste, sia nazionali che internazionali.
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