Martedì, 19 Agosto 2025

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L’enorme manufatto, di acciaio e cemento, è stato riportato sulla linea di galleggiamento del Mar Piccolo

Bonifica Mar Piccolo, recuperata e pronta per la demolizione la chiatta affondata nel 2014

Recupero della chiatta affondata Recupero della chiatta affondata | © La Voce di Manduria

Questa mattina, presso il primo seno del Mar Piccolo di Taranto, sono cominciate le operazioni di smontaggio e demolizione del Mercato Ittico Galleggiante, avviate su impulso del Prefetto Demetrio Martino nella qualità di Commissario Straordinario per gli interventi urgenti di bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione dell’area tarantina.

L’enorme manufatto, di acciaio e cemento, è stato riportato sulla linea di galleggiamento del Mar Piccolo, dove era affondato nel 2004, grazie agli interventi di bonifica in corso di esecuzione dall’ATI Serveco – Sub Technical Edil Service, nell’ambito del cantiere diretto dall’ing. Luigi Severini e che ha visto impegnati diversi uomini e professionalità.

Per far tornare in galleggiamento la struttura è stato necessario alleggerirla di circa trecento tonnellate di materiale avviato allo smaltimento e, contemporaneamente, si sono ripristinate le casse di galleggiamento nella parte sommersa del MIG, che, a poco a poco, sono state svuotate dall’acqua, permettendo al manufatto di sollevarsi di oltre due metri e mezzo dal fondale.

Il Prefetto, che ha assistito alle operazioni, nella circostanza, ha avuto parole di compiacimento per l’importante risultato raggiunto, nei tempi tecnici previsti, poiché, con l’eliminazione di quell’ecomostro che per anni è stato in fondo al mare inutilizzato e a danno del sottosuolo marino, si consente oggi di riqualificare e valorizzare, anche sotto il profilo paesaggistico, uno dei luoghi più suggestivi della città di Taranto.

Data la particolarità dell’area dell’intervento, è stata messa in atto una apposita procedura di analisi preventiva e di monitoraggio del contesto marino, ove, peraltro, è in uso un sistema di controllo basato sul protocollo “mussel watch”, che consente una osservazione, specifica, del bioaccumulo di sostanze chimiche nelle cozze comuni. (Nota stampa della Prefettura)

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