La droga trovata in casa, 60 grammi di di marijuana, era ad uso personale e non per lo spaccio. Per non aver commesso il fatto, un insospettabile ventottenne di Manduria, A.D. è stato assolto dal giudice delle udienze preliminari, Pompeo Carrieri, che ha accolto le argomentazioni della difesa rappresentata dall’avvocato Cosimo Parco di Manduria. Il giovane che dopo un periodo in carcere si trovava agli arresti domiciliari, ha potuto così riconquistare la libertà dopo oltre cinque mesi di misura cautelare.
Il 9 aprile scorso l’imputato era stato arrestato dai carabinieri del nucleo operativo di Manduria perché nel corso di una perquisizione nel suo appartamento era stata trovata della sostanza stupefacente, marijuana appunto, un bilancino di precisione e un tritatabacco. Con l’accusa di detenzione ai fini dello spaccio era stato rinchiuso nel carcere di Taranto in attesa di giudizio. Ottenuto il trasferimento ai domiciliari, il suo avvocato di fiducia che ha scelto il rito abbreviato, è riuscito a smontare la tesi accusatoria convincendo il giudice che la droga trovata in casa, nonostante la quantità non certo modica, era per uso esclusivamente personale. In altre occasioni l’imputato era stato sorpreso ad assumere droghe e per questo segnalato alle autorità prefettizie. Ma mai era stato fermato per spaccio. L’avvocato Parco faceva inoltre presente che durante la perquisizione non erano state trovate dosi o confezioni pronte per la cessione, né denaro che potesse rappresentare provento dell’attività di spaccio.
Antonio Dinoi
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