
Un caso di presunta malasanità verificatasi due anni e mezzo fa all’ospedale di Manduria si è concluso con l’assoluzione di tre medici in servizio al pronto soccorso dell’ospedale finiti sotto processo per rispondere di omicidio colposo. Ad agosto del 2019 una donna di 70 anni coinvolta in un incidente stradale fu ricoverato per un giorno al pronto soccorso e subito dopo in chirurgia dove fu operata. Diversi giorni dopo la donna fu trasferita d’urgenza all’ospedale di Lecce dove morì. Per quel decesso la giudice che li ha assolti con la formula piena ha escluso responsabilità dei tre medici del pronto soccorso.
La giudice delle udienze preliminari del Tribunale di Taranto, Gianna Martino, ha assolto «perché il fatto non sussiste» tre medici in servizio al pronto soccorso dell’ospedale Marianna Giannuzzi di Manduria finiti sotto processo con l’accusa di omicidio colposo. I tre professionisti, due difesi dall’avvocato Lorenzo Bullo e uno dagli avvocati Nicola Marseglia e Francesco Del Prete, tutti del foro di Taranto, erano stati indagati dopo un esposto-querela presentato dai familiari di una donna di Massafra che nel mese di agosto del 2019 era stata affidata alle loro cure a seguito di un incidente stradale che le aveva provocato traumi apparentemente non gravi. Dopo circa un mese e mezzo dal ricovero in due diversi ospedali, le condizioni della donna si complicarono sino al suo decesso avvenuto i 7 ottobre all’ospedale Vito Fazzi di Lecce dove era stata trasferita.
Secondo la pubblica accusa rappresentata dal pubblico ministero Remo Epifani della Procura ionica, i tre medici del pronto soccorso avrebbero ritardato di un giorno l’esame Tac alla paziente che lamentava dolori addominali attribuiti allo scoppio dell’airbag. Ricoverata in chirurgia il giorno dopo il suo arrivo in ospedale, la massafrese di circa settant’anni fu sottoposta ad un intervento chirurgico per la rottura di un’ansa intestinale. Le sue condizioni però peggiorarono repentinamente tanto da consigliare i chirurghi del Giannuzzi ad eseguire qualche giorno dopo un secondo intervento prima di trasferirla al Fazzi di Lecce dove cessò di vivere.
Nel processo che si è tenuto con la formula del rito abbreviato, il pubblico ministero aveva chiesto per tutti la condanna ad un anno e otto mesi di reclusione. La giudice Martino che li ha invece assolti con la formula piena, ha invece ritenuto valide le argomentazioni del collegio difensivo che escludevano la responsabilità dei tre medici imputati attribuendo piuttosto le cause del decesso a dei postumi di cui la donna era portatrice a seguito di un precedente intervento chirurgico all’addome. Le motivazioni della sentenza si conosceranno tra novanta giorni.
N.Din.
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1 commento
Marco
mer 23 marzo 2022 03:24 rispondi a MarcoSe io fossi un parente della signora deceduta presenterei appello.