Venerdì, 18 Luglio 2025

Giudiziaria

L’anziana a maggio del 2013 era stata affidata all’ortopedia dell’ospedale tarantino dopo il suo trasferimento dalla Clinica Villa Verde

Morta per una caduta dal letto, il calvario di una manduriana e la condanna del medico

Ospedale Ospedale | © La Voce Di Manduria

Si è chiuso con una condanna e un’assoluzione il processo a carico di due medici che lavorano in due ospedali di Taranto, il Santissima Annunziata e la clinica Villa Verde, che nel 2013 furono indagati e poi imputati per la morte di una manduriana di 80 anni. I figli della signora non vollero credere alla fatalità così si rivolsero agli avvocati Lorenzo Bullo e Cosimo Micera che presentarono un esposto alla Procura della Repubblica.

La giudice della prima sezione penale del Tribunale di Taranto, Federica Furio, che li ha giudicati, ha condannato a quattro mesi di reclusione, per omicidio colposo, un ortopedico dell’ospedale Santissima Annunziata di Taranto che aveva avuto in cura la manduriana. L’anziana a maggio del 2013 era stata affidata all’ortopedia dell’ospedale tarantino dopo il suo trasferimento dalla Clinica Villa Verde dove si era fratturato un femore per una caduta dal letto privo di sbarre. Da allora era iniziata una vera odissea per l’ottantenne che fu prima sottoposta ad intervento chirurgico nell’ospedale pubblico, dopo qualche giorno dimessa nuovamente e trasferita alla geriatria della clinica privata, poi ancora al Santissima Annunziata dove è deceduta per shock ipovolemico. Così fu stabilito dalla perizia medico legale disposta dalla Procura che avviò un’indagine su richiesta dei figli dell’anziana paziente. Inizialmente era stato indagato anche il responsabile della geriatria di Villa Verde, assolto con quest’ultima pronuncia.

Secondo il sostituto procuratore Remo Epifani che ha diretto l'inchiesta, l’ortopedico della struttura pubblica avrebbe dimesso la ottantenne e trasferita nella clinica per la riabilitazione, quando le sue condizioni di salute non erano stabili e presentava ancora un grosso ematoma al livello di un gluteo dovuto ad una diffusa emorragia probabilmente riconducibile all’intervento a cui la donna era stata sottoposta dall’imputata.

Oltre al medico, la giudice Furio ha condannato la direzione della Asl nella persona del direttore generale a risarcire in separata sede le costituite parti civili.

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