
Serrande chiuse, bandiera del municipio listata di lutto a mezz'asta e suono delle sirene di tre ambulanze in fila. E applauso che accoglieva il feretro del sindaco portato a spalle sul palco allestito in piazza. In questo scenario ieri si sono svolti i funerali di Antonio Mino, 62 anni, primo cittadino di Avetrana morto l'altro ieri nell'ospedale di San Giovanni Rotondo dopo cinque mesi di agonia. A metà aprile aveva contratto il coronavirus e da allora non si era più ripreso passando i primi quattro mesi nella rianimazione dell'ospedale Marianna Giannuzzi di Manduria e l'ultimo della terapia intensiva neurologica del Casa sollievo della sofferenza di San Pio. Non si era ancora vaccinato perchè aspettava rispettosamente il suo turno.
Dalla camera ardente allestita nella sala consigliare del comune, la cassa quasi interamente coperta da una vecchia bandiera rossa del Partito Socialista (da quel suo partito d'origine era poi passato in Forza Italia), è stata portata in piazza Vittorio Veneto dove gli avetranesi, presenti massicciamente, attendevano il loro sindaco. Lì si è tenuta la messa funebre celebrata da don Giovanni Di Mauro, parroco della chiesa madre di Avetrana. Il religioso nella sua omelia ha ricordato Minò quando da ragazzino frequentava la parrocchia del Sacro Cuore e «già da allora ha detto era sempre in prima fila quando si trattava di aiutare i più deboli». Questa stessa propensione per il sociale è anche emersa nei discorsi di commiato affidati al vicesindaco Alessandro Scarciglia e al cugino del sindaco, nonché rappresentante dell'associazione di pubblica assistenza, Avetrana Soccorso, Santino Minò.
«Antonio, il nostro sindaco e il nostro presidente ha detto commosso suo cugino -, è morto sul campo e ad ucciderlo è stato quel maledetto virus da cui ha sempre cercato di difendere tutti noi raccomandandoci prudenza e cautela».
A fargli onore ieri, con la fascia tricolore, c'erano praticamente tutti i sindaci dei comuni del versante orientale della provincia di Taranto oltre all'onorevole Luigi Vitali e al presidente dell'amministrazione provinciale di Taranto, Giovanni Gugliotti. A salutarlo ieri mattina nella camera ardente, invece, è andato l'onorevole Raffaele Fitto. Il sindaco Minò è il fondatore dell'associazione a cui la Asl di Taranto ha affidato la postazione del 118 di Manduria, per questo tutto il personale si è presentato in divisa a rendergli omaggio.
Minò ha resistito cinque mesi combattendo con tutte le sue forze e superando un infarto e due arresti cardiaci. Conseguenze del Covid che alla fine è riuscito a vincerlo. Il suo cuore si è fermato subito dopo l'alba di ieri nel reparto di terapia intensiva neurologica dell'ospedale Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo.
Lì i suoi familiari e i sanitari della rianimazione Covid di Manduria erano riusciti a trovare posto dopo lunghe ed estenuanti ricerche in tutti i centri italiani per la neuroriabilitazione. I parenti con i rianimatori del Marianna Giannuzzi della città Messapica che per due volte erano riusciti a tirarlo fuori dal coma, portandolo ad uno stato accettabile che lasciava sperare, avevano bussato alle porte di tutti i migliori centri senza trovare disponibilità. Questo aveva costretto le due figlie Stefania e Sabrina con la moglie Anna Rita Prisciano a lanciare un toccante e appassionato appello affidato al Quotidiano di Puglia. «Aiutateci a trovare un posto letto per nostro padre che ha bisogno di assistenza in un centro specialistico, in tutta Italia non se ne trovano», scrivevano le figlie non nascondendo la rabbia per tante porte chiuse. «Vorremmo sbagliarci, ma abbiamo il sospetto che i motivi siano di altra natura e che i rifiuti rispondano ad interessi che cozzano con quel diritto alla salute che soprattutto il sistema sanitario pubblico deve garantire a chiunque». L'appello aveva smosso un po' di coscienze ma a parte l'interesse di alcuni settori della politica, nessuno aveva dato soluzioni al problema. Gli unici a raccogliere la preghiera della famiglia Minò erano stati i sanitari dell'ospedale di San Pio che si son dovuti anche loro arrendere. Le condizioni del sindaco erano precipitate dopo l'ennesimo attacco cardiaco avuto nella terapia intensiva del Sollievo della sofferenza che lo aveva fatto nuovamente piombare nel coma. Le figlie che non si sono arrese sino alla fine, avevano contattato un centro per risvegli di Vasto, in provincia di Chieti, dove Minò sarebbe stato trasferito tra pochi giorni.
Socialista storico della corrente di Signorile, Minò era passato nel centrodestra portando ad Avetrana la bandiera azzurra di Forza Italia, partito con il quale cinque anni fa era stato eletto sindaco. Aveva così lasciato il suo lavoro di infermiere del pronto soccorso dell'ospedale di Manduria dedicandosi anima e corpo ad amministrare il suo comune. Tra le battaglie di Minò, la lotta per l'ambiente contro il depuratore di Manduria e Sava che l'Acquedotto pugliese sta realizzando alle porte dell'unica zona residenziale degli avetranesi, la «Urmo-Belsito». La battaglia persa contro l'impianto è stata forse la delusione più dura e insopportabile della sua attività amministrativa.
«Avetrana e il 118 devono molto a Antonio, devono molto a lui le persone a cui ha dato lavoro con la sua associazione, in tanti gli devono riconoscenza», scrive di lui Roberto Massafra, medico e collega ospedaliero ed ex sindaco di Manduria. Un'altra cosa si può dire: Minò sarà ricordato per sempre come sindaco ma non sarà dimenticata la sua professione di infermiere che amava e che non rifiutava di esercitare quando un suo concittadino ne chiedeva il bisogno. Sui social non mancano foto che lo ritraggono al capezzale di anziani malati che andava a trovare a casa. Numerosissimi i messaggi di cordoglio alla famiglia Minò. I primi ad arrivare sono stati quelli dei vertici provinciali e regionali del suo partito, rispettivamente Vito De Palma e l'onorevole Mauro D'Attis.
Questa mattina è avvenuta la tumulazione nella cappella di famiglia.
Nazareno Dinoi
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5 commenti
Maria Luisa M.
dom 19 settembre 2021 10:15 rispondi a Maria Luisa M.Io sono andata al funerale del sindaco di Avetrana e vorrei dire che a limitare gli ingressi nella camera ardente c'era la presenza di operatori di protezione civile non solo di Avetrana ma anche di altri comuni e operatori del nucleo ambientale poi nel rito funebre erano presenti con le sirene accese non solo le ambulanze ma anche le sirene di 2 mezzi di protezione civile che bloccavano la strada di via Roma. Pertanto le informazioni scrivetele correttamente.
Maria Nigro
dom 19 settembre 2021 08:50 rispondi a Maria NigroOltre ad essere il nostro sindaco era sopratutto una bella persona...sempre disponibile...ieri avetrana si e' fermata..ha perso una colonna umana importante per il paese ...lo ricordo con stoma e affetto. Ciao Antonio...riposa in pace
Enzo
dom 19 settembre 2021 11:11 rispondi a Enzo-".. Non si era ancora vaccinato perché aspettava rispettosamente il suo turno..." Tutt'altro del "nostro" amato Sindaco !!!
Ranetta
lun 20 settembre 2021 07:04 rispondi a RanettaSiamo in tantissimi a pensare ciò che hai scritto e siamo tantissimi a provare ancora disgusto per la scelta opportunistica del nostro sindaco. La grandezza di Mino' adombra inesorabilmente la piccolezza del nostro primo cittadino.
Gregory D.
dom 19 settembre 2021 09:42 rispondi a Gregory D.Una figura costantemente impegnata nel Sociale. Avetrana ha perso un grande uomo.