
Oltre seicento tra strade rurali, contrade e località marittime sono state ribattezzate in un’operazione massiccia di riordino toponomastico. Una mossa pensata per fare chiarezza, ma che al momento ha generato confusione diffusa.
La mappa urbana e campestre della città è stata profondamente trasformata: vie che prima erano conosciute solo tramite consuetudini locali o indicazioni informali ora hanno ricevuto nomi ufficiali. Il problema? I nuovi indirizzi non sono ancora stati recepiti né dai sistemi di navigazione GPS né dai servizi postali e di emergenza, creando disagi che vanno dalla mancata consegna di pacchi alle difficoltà per le ambulanze nel raggiungere i pazienti.
Il cambiamento è stato repentino e, secondo molti residenti, poco comunicato. Nelle zone di campagna e nelle marine, dove la toponomastica era spesso frutto della memoria collettiva, gli abitanti si trovano ora a dover spiegare indirizzi che non esistono su Google Maps né su altri navigatori. La tecnologia, che molti usano quotidianamente per orientarsi, si è rivelata inadeguata di fronte a una trasformazione che non ha seguito i tempi della digitalizzazione.
Ma non è solo una questione di disservizi: il cambio dei nomi ha toccato corde profonde. In diverse contrade, i vecchi toponimi custodivano storie familiari, riferimenti paesaggistici, identità culturali. Per molti, la loro sostituzione è stata vissuta come una perdita emotiva, un taglio netto con il passato che non ha coinvolto abbastanza la comunità locale.
L’amministrazione comunale difende la decisione. “Era indispensabile uscire dal disordine toponomastico in cui ci trovavamo – ha detto il sindaco Gregorio Pecoraro –. La confusione creava gravi problemi di sicurezza, di recapito e di gestione del territorio. Questo intervento è il primo passo verso una maggiore efficienza”.
Intanto però, mentre il Comune cerca di informare enti, aziende e cittadini, e le piattaforme digitali non hanno ancora aggiornato le mappe, i disagi si moltiplicano: recapiti saltati, operatori sanitari in difficoltà, residenti che si sentono smarriti in una città che non riconoscono più.
Manduria, insomma, ha deciso di rifare i conti con la propria geografia. Ma l’effetto è quello di un territorio sospeso tra un passato cancellato troppo in fretta e un futuro che ancora non sa bene dove andare.
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