
Quando l’accessibilità diventa solo un cartello e non una realtà, a pagarne il prezzo più alto sono le persone che già devono affrontare ostacoli quotidiani. È la denuncia amara, lucida e dettagliata di Nicolò, un turista disabile in carrozzina che, ormai da anni, frequenta la marina di Manduria sperando che le promesse dell’amministrazione comunale trovino finalmente concretezza. Ma anche quest’anno, nonostante i proclami e le foto celebrative su Facebook, la realtà racconta tutt’altro.
Sotto accusa finiscono gli assessori comunali Fabiana Rossetti, Isidoro Baldari e lo stesso sindaco Gregorio Pecoraro, rei – secondo quanto raccontato dal turista – di aver più volte ricevuto segnalazioni dettagliate e documentate, senza però aver prodotto alcun intervento risolutivo.
Una passerella tra buche, pendenze e pericoli
Al centro delle critiche, una passerella montata male fin dall’inizio della stagione. “Hanno semplicemente appoggiato i pannelli sulla sabbia irregolare, senza nemmeno spianarla”, racconta. Il risultato? Una struttura instabile, pericolosamente inclinata in alcuni tratti, con salite e discese che rendono difficoltoso – se non impossibile – il passaggio di una carrozzina.
Non solo: la passerella di quest'anno è più corta di quella dell’anno precedente, con una larghezza ridotta da 1,20 metri a 90 centimetri. “È come stare sulle montagne russe. Chi è in carrozzina deve chiedere continuamente di essere guidato con precisione per non finire fuori pista e insabbiarsi”, spiega.
Quando il problema è stato segnalato all’assessore Rossetti e al tecnico comunale incaricato dei lavori, la risposta è stata un’ammissione di impotenza: “Non si può allungare”, avrebbero detto. “Semmai la riempiamo di sabbia”. Un rimedio inutile, come dimostrato dai fatti: la sabbia aggiunta la mattina, infatti, è scomparsa già la sera, portata via dal passaggio dei bagnanti.
Il paradosso della bandiera blu e dei servizi fantasma
La spiaggia di San Pietro in Bevagna vanta il riconoscimento di bandiera blu da due anni, ma secondo il turista, ciò stride con l’effettiva mancanza di servizi minimi. “Non so come sia stato possibile ottenerla”, afferma. “Mancano servizi fondamentali per i disabili, a partire da una passerella sicura”.
Eppure, i cartelloni turistici – installati in pompa magna dal Comune – parlano chiaro: indicano Piazza delle Perdonanze come punto di accesso per i disabili, pubblicizzando la presenza di un bagnino appositamente incaricato del trasporto in acqua. “Ma se poi tutto questo non c’è, se le persone arrivano e trovano una situazione disastrosa, che figura ci facciamo?”, si domanda Nicolò.
Il bagnino lasciato solo e senza mezzi
Al fianco del turista, anche il bagnino incaricato del servizio di assistenza ai disabili, definito “un bagnino d’oro” per disponibilità e dedizione. Ma anche lui si trova a operare in condizioni assurde: l’area a lui riservata è spesso occupata da altri bagnanti, i cartelli ignorati e le richieste di intervento rivolte ai vigili urbani e carabinieri cadono nel vuoto.
“Chiamo i vigili e non vengono, chiamo i carabinieri e mi dicono che non è competenza loro”, avrebbe riferito il bagnino. “Come posso svolgere il mio compito se il percorso non è libero, se devo zigzagare tra gli ombrelloni e rischiare di far cadere chi trasporto?”
Paletti mai messi e promesse non mantenute
Uno degli appelli più insistenti del turista riguarda l’installazione di paletti e corde per delimitare il percorso destinato alle sedie “job” e ai disabili. Una misura semplice, che in altri punti della marina è già stata adottata. Eppure, nonostante cinque anni di segnalazioni, il Comune non ha ancora fatto nulla. “Tutti promettono, tutti si scusano, ma alla fine non cambia niente”, conclude amaramente Nicolò.
A nulla sono valsi i confronti avuti con ben tre assessori, il sindaco e anche il tecnico comunale responsabile. A oggi, la passerella rimane pericolosa, il servizio promesso inefficiente, e l’accessibilità – tanto sbandierata – si rivela solo una vetrina mediatica.
San Pietro in Bevagna: accessibile solo per le foto
La vicenda solleva interrogativi gravi sull’uso delle risorse pubbliche, sul rispetto delle leggi in materia di accessibilità e, soprattutto, sull’etica della comunicazione istituzionale. Se si pubblicizzano servizi che poi non vengono garantiti, non si tratta solo di inefficienza, ma di vera e propria disinformazione.
Il Comune di Manduria ha il dovere morale – oltre che legale – di dare risposte, non solo promesse. San Pietro in Bevagna merita di essere una località accogliente per tutti, non solo per chi può camminare senza ostacoli.
Nel frattempo, il turista continuerà a farsi sentire, con foto, documenti, messaggi, e ora anche sulla stampa. Perché la dignità e l’inclusione non possono essere opzionali.
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2 commenti
Lino
oggi, dom 27 luglio 12:22 rispondi a LinoQuesto piace al Manduriano, la loro felicità sanno solo mormorare,un comune di Ciarlatani.opinione
Adolfo Mastrovito
oggi, dom 27 luglio 11:27 rispondi a Adolfo MastrovitoHanno messo in conto 150 mila euro per attività e programma estivo e non trovano quattro soldi per soddisfare le esigenze dei disabili questo è inqualificabile