Sabato, 27 Luglio 2024

Giudiziaria

L'attentato a danno di un avvocato di Fragagnano

Presunto piromane manduriano, assolto e condannato, la Cassazione rinvia a nuovo processo

Tribunale Tribunale

La Corte di Cassazione ha annullato con rinvio alla Corte d’appello, in diversa composizione, la condanna di secondo grado nei confronti di un manduriano, D.B. di 36 anni, accusato e finito sotto processo di aver incendiato uno pneumatico danneggiando la porta d’ingresso dello studio di un avvocato di Fragagnano. Con lui era stato condannato un 48enne del posto ritenuto suo complice. Ha difeso gli imputati l'avvocato Antonio Liagi.

I fatti per i quali si è svolto il processo, sono avvenuti a luglio del 2018. Quella notte, intorno alle 2,20, degli sconosciuti diedero fuoco ad un copertone d’auto a scopo evidentemente intimidatorio nei confronti dell'avvocato che presentò denuncia contro ignoti. Una telecamera di sorveglianza riprese due uomini passare una prima volta portando con loro una grossa busta ritenuta contenere lo pneumatico e tornare subito dopo a mani vuote. Le immagini furono acquisite dai carabinieri che riconobbero il manduriano mentre l’altro aveva il volto coperto e quindi irriconoscibile. Sentito dai carabinieri, il 36enne ammise di essere stato effettivamente nei pressi dello studio preso di mira dai piromani. Indagati e rinviati a giudizio, i due furono assolti con il rito abbreviato perché le indagini difensive avevano dimostrato che le immagini della telecamera che li incastrerebbe, risalivano a due ore prima la commissione del delitto.

Contro l’assoluzione si era opposto l’avvocato preso di mira e la Corte d’appello, con sentenza emessa a luglio del 2022, riformò quella di primo grado condannando i due imputati. I giudici supremi, definitivamente espressi, hanno annullato la sentenza di condanna co rinvio per un nuovo giudizio alla Corte d’appello di Lecce, sezione distaccata di Taranto.

Gli ermellini hanno sostenuto che «non si comprende come il giudice (di secondo grado, ndr) abbia risolto la discrasia tra l'orario del passaggio dei due imputati indicato dalla telecamera di sicurezza e l'orario in cui è avvenuto il reato, e se in particolare il giudice abbia ritenuto - in modo che resta legittimo, se sorretto da motivazione logica - che in realtà, anche se non vi era stato un accertamento di polizia sul punto, la telecamera di sicurezza dovesse necessariamente contenere un errore nella impostazione dell'orario». La causa sarà materia di dibattimento in appello.

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2 commenti

  • Marco
    gio 22 giugno 2023 03:44 rispondi a Marco

    Non sto dicendo mica che di sono vendicati contro l' avvocato disonesto... 🧟‍♂️

  • Egidio Pertoso
    gio 22 giugno 2023 08:35 rispondi a Egidio Pertoso

    Quando si fanno queste cose è bene sempre filmarsi, come fanno i youtuber e postare in rete. Si avrà, così, la documentazione, anche probatoria, di quello che si fa con gran talento.

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