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Palagiano ha salutato il suo piccolo Angelo
Palagiano ha salutato il suo piccolo Angelo | © n.c.PALAGIANO - «Questa vicenda non può lasciarci indifferenti, non possiamo limitare la nostra indignazione al solo grido di condanna senza poi impegnarci perché il volto della nostra città possa essere rinnovato nel profondo». E’ stato questo il passaggio più duro dell’omelia pronunciata ieri da monsignor Giuseppe Favale al funerale di Carla Maria Fornari di 30 anni e di suo figlio Domenico, di soli due e mezzo, vittime della strage di lunedì 17 a Palagiano. Quelle parole e il tono quasi rabbioso dell’amministratore della diocesi di Castellaneta, ha raggelato tutti nella chiesa di San Nicola, inadatta per contenere la folla assiepata anche fuori. Gli occhi lucidi di tutti erano puntati sulla piccola bara bianca, troppo piccola per essere vera. Un funerale come se ne vedono pochi, con due casse, per la mamma e il suo bimbo. Le parole del prelato hanno ammutolito tutti, tranne la nonna del bimbo che ha continuato la litania indirizzata al suo «angioletto» che chiamava «Mimmo mio». Solo le parole del prelato riuscivano a distogliere l’attenzione da quel lamento straziante: «mentre deploriamo con decisione questo fatto esecrabile, chiediamo agli autori dell’orribile delitto di ravvedersi e di lasciarsi toccare il cuore dal sangue innocente del piccolo Domenico che ha spento il suo sorriso per un gesto insano e senza dignità». Toccante anche la lettura di un breve saluto di Papa Francesco Bergoglio. «Vorrei pregare con voi e lo faccio col cuore – ha recitato don Favale – per tutte le vittime delle mafie. Anche pochi giorni fa, vicino Taranto, c’è stato un delitto che non ha avuto pietà nemmeno di un bambino. Preghiamo insieme, tutti quanti, per chiedere la forza di andare avanti, di non scoraggiarci, ma di continuare a lottare contro la corruzione». Rivolto ai suoi parrocchiani, il religioso ha detto: «mai avremmo pensato che anche tra noi potessero avvenire fatti di inaudita violenza che potessero avere per protagonisti dei bambini inermi». Le due bare, portate a spalla, sono state adagiate una accanto all’altra sul pavimento del sagrato. Vicino a quella del piccolo c’era un grappolo di palloncini bianchi e celesti fatti volare una volta fuori insieme ad una piccola mongolfiera ad aria calda. In prima fila i parenti, poi le autorità e il pubblico. Circa 250 in chiesa e altrettante persone fuori. Non c’erano i due fratellini di 7 e 8 anni, al loro posto intere scolaresche e molti bambini dell’asilo. Tra i parenti che hanno voluto assistere all’omelia, c’era un detenuto che ha avuto il permesso speciale dal tribunale di sorveglianza: era lo zio del piccolo Domenico, fratello del suo papà. Da lui Domenico aveva preso il nome ed ora anche la sorte: nel 2011, infatti, suo padre fu ucciso in un agguato di mala. Imponente la presenza delle forze dell’ordine, soprattutto carabinieri in divisa e in abiti civili. Ad uscire per prima dalla chiesa è stato il feretro bianco accolto da un lungo applauso e dal volo dei palloncini. Appena dietro c’era quello di Carla Maria. Separatamente con due mezzi le salme sono state portate al cimitero per la sepoltura che avverrà questa mattina. Nel pomeriggio, invece, nello stesso camposanto ci saranno i funerali in forma privata di Cosimo Orlando, il compagno della vedova Fornari, vero obiettivo dei killer. Per lui niente funerali pubblici. Lo ha deciso il questore di Taranto, Enzo Mangimi, che ha firmato un provvedimento di divieto per motivi di ordine pubblico. La salma ieri è stata trasportata direttamente al cimitero di Palagiano dove sarà benedetta da un sacerdote prima della tumulazione. Intanto il sindaco di Palagiano, Antonio Tarasco, ha proclamato il lutto cittadino dalle 13 alle 18 di ieri, giusto il tempo della cerimonia funebre di Carla Maria e del figlio. Nell'ordinanza sindacale, per lo stesso periodo, si dispone anche l’esposizione delle bandiere a mezz'asta in tutti gli edifici comunali.
Nazareno Dinoi sul Corriere del Mezzogiorno
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