Si aprirà oggi nell’aula bunker del carcere di Lecce l’udienza preliminare sull’uccisione del ventunenne di etnia rom, Natale Naser Bahtijari, ucciso a Manduria nella notte tra il 22 e il 23 febbraio scorso. Alla sbarra ci saranno i tre presunti autori del delitto, i manduriani Vincenzo Antonio D’Amicis di 19 anni, Domenico D’Oria Palma e Simone Dinoi entrambi di 23 anni. Verso il processo anche il nonno di D’Amicis, Vincenzo Stranieri, 64 anni, ex boss e cofondatore con Pino Rogoli della sacra corona unita che risponde di rapina in concorso con il nipote dell’auto con la quale il giovane rom si era recato a Manduria. Il collegio difensivo è composto da Franz Pesare, Lorenzo Bullo e Armando Pasanisi.
Il pubblico ministero dell’antimafia di Lecce, Milto Stefano De Nozza che ha condotto le indagini ha chiesto il rinvio a giudizio anche per il fratello della vittima, Suad Bahtijari, di 29 anni, accusato di aver ceduto 100 grammi di cocaina ai tre principali imputati e per Cosimo Molendini, manduriano di 34 anni, titolare del pub “Bunker bar sospettato di aver favorito il delitto cercando di cancellare le macchie di sangue lasciate sul pavimento e su altri arredi del locale la sera della furiosa lite conclusa con l’uccisione di Bahtijari.
Sono cinque i capi d’imputazione a carico dei principali imputati: concorso in omicidio pluriaggravato dal nesso teleologico, dai motivi futili, dall'aver adoperato sevizie, dall'avere agito con crudeltà e dal metodo mafioso; tentata distruzione e/o soppressione di cadavere; concorso in porto in luogo pubblico di armi da punta e da taglio; concorso in detenzione illegale di arma comune da sparo con matricola abrasa e canne mozzate e relativo munizionamento; concorso in ricettazione di arma comune da sparo provento del delitto di alterazione di arma, nonché del delitto di cancellazione, contraffazione e alterazione dei numeri di matricola. Per D’Amicis e Dinoi anche l’acquisto e detenzione di sostanza stupefacente e per il primo anche il furto aggravato.
Secondo la ricostruzione fatta dall’accusa, D’Amici e D’Oria Palma avrebbero aggredito e ferito la vittima all’interno del Bunker bar, nel centro storico di Manduria, dove il ventunenne leccese li aveva raggiunti per riscuotere il denaro di una precedente fornitura di droga. Con la macchina di Dinoi che sarebbe arrivato subito dopo, i tre sospettati avrebbero portato Natale Naser alla periferia della città, nella zona del mercato degli animali, dove sarebbe avvenuta una seconda violenta aggressione con calci, pugni e colpi di coltello. Infine lo avrebbero portato al cavalcavia della Bradanico Salentina, poco distante dal luogo del secondo pestaggio, dove lo avrebbero nuovamente aggredito e ferito a morte e gettato il corpo nel fossato.
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1 commento
Marco
lun 20 novembre 2023 09:39 rispondi a MarcoA Manduria non succede mai che l'avvocato rinuncia al mandato???