
L’autorizzazione all’ampliamento della discarica di Manduria gestita dalla Manduriambiente Spa torna nel dibattito parlamentare . A farsene carico è il partito Puglia Popolare rappresentato in consiglio comunale da Domenico Sammarco che ha inviato una formale comunicazione all’ottava e tredicesima Commissione della Camera dei Deputati che si occupano di ambiente, territorio e illeciti correlati chiedendo la revoca o la sospensione del provvedimento della Regione Puglia che ridà vità all’impianto situato in contrada “La Chianca” altrimenti destinato alla chiusura.
Il movimento evidenzia che anche dall’audizione regionale del 13 maggio emergono una serie di criticità tecniche e procedurali che, come esposte in tale sede, metterebbero a rischio la salute pubblica e l'ambiente. Tra queste si sottolineano gli esiti negativi riscontrati nel recente passato dalle analisi Arpa Puglia, che attestano l’inquinamento dei pozzi artesiani all’interno dell’area, il parere sfavorevole espresso dalla ASL di Taranto riguardo alla possibilità di concedere nuove autorizzazioni, e la mancanza dei requisiti edilizio-urbanistici necessari per lo svolgimento delle attività della discarica.
«Chiediamo agli enti preposti controlli rigorosi e immediati per porre fine a questa situazione di rischio ambientale e sanitario», afferma Rossella Moscogiuri, responsabile del comparto sanità territoriale di Puglia Popolare.
«Oltre ai rilievi tecnici che ne certificano l’inadeguatezza - dichiara Sammarco -, è evidente che la struttura non rispetti le disposizioni previste dal Piano Regionale dei Rifiuti il quale prevede la chiusura definitiva del sito per raggiunta capacità».
Ulteriori problematiche riguardano le molestie olfattive persistenti e la contaminazione della falda acquifera, elementi già oggetto di ordinanze sindacali che vietano l'emungimento di acqua nelle vicinanze della discarica.
Richiamando il principio di precauzione, sancito sia dal Trattato sull’Unione Europea sia da leggi nazionali, Puglia Popolare Manduria chiede con urgenza la revoca o almeno la sospensione immediata del provvedimento autorizzativo. «Non è più tempo di compromessi: la salute dei cittadini e la tutela ambientale devono avere la priorità assoluta. Chiediamo agli enti preposti controlli rigorosi e immediati per porre fine a questa situazione di rischio ambientale e sanitario," conclude la dottoressa Moscogiuri.
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2 commenti
Maria
oggi, lun 19 maggio 11:36 rispondi a MariaBuongiorno, dato che il Comune ha percepito dei soldi dallo Stato, perché non si usano questi soldi a chi ha degli immobili in zona discarica ed è costretto tutti i giorni a sentire gli odori nauseanti che da questo sito si sprigionano.
Ale
oggi, lun 19 maggio 10:15 rispondi a AleMa se le competenze sono passate alle regioni e' quindi quest'ultima che ha le competenze e' il potere di decidere se chiudere o lasciare aperto e non vedo che cosa serve chiedere l' intervento del parlamento