
Il terreno su cui sorge lo stabile del boss Vincenzo Stranieri torna al centro di una nuova controversia giudiziaria. Una querela presentata nei giorni scorsi alla Polizia di Stato dalla figlia dell’uomo, oggi detenuto, accende i riflettori su presunte irregolarità nei lavori di riqualificazione dell’immobile confiscato in via Passeggio. Secondo la denuncia, il Comune avrebbe avviato i cantieri per la ristrutturazione senza aver formalmente acquisito la proprietà del suolo, che risulterebbe ancora intestato alla famiglia Stranieri.
La zona interessata è quella che circonda una palazzina di tre piani, in stato di abbandono, già sequestrata anni fa all’ex boss e successivamente assegnata all’amministrazione comunale. Stranieri, noto negli ambienti criminali come “Stellina” per via della stella tatuata sulla fronte, è stato sottoposto per 28 anni al regime del 41 bis. Le sue proprietà, comprese quelle intestate a terzi ma ritenute a lui riconducibili, sono state oggetto di provvedimenti di confisca, tra cui anche l’edificio in questione, intestato alla madre e ora oggetto della disputa.
La figlia, Anna Stranieri, sostiene che il terreno su cui insiste la struttura non sia mai stato oggetto di confisca e che, al contrario, sia tuttora di proprietà della famiglia, ereditato dal padre attraverso la linea materna. La nonna, infatti, risulta deceduta nel 2002 e il fondo sarebbe stato trasmesso per successione.
Nel frattempo, il Comune di Manduria ha affidato i lavori di ristrutturazione dell’immobile nell’ambito di un progetto di rigenerazione urbana e inclusione sociale da quasi 935mila euro. La palazzina verrà trasformata in una residenza sociale, che ospiterà un centro antiviolenza, alloggi per famiglie in difficoltà, una sede della Protezione Civile e una cucina comunitaria gestita con il supporto del terzo settore.
Secondo quanto riportato nella denuncia, però, l’impresa incaricata dei lavori sarebbe entrata nel fondo senza preavviso né autorizzazione, installando impalcature e materiali da cantiere sul terreno in questione. Vincenzo Stranieri, sebbene detenuto, avrebbe fatto inviare una diffida tramite PEC al sindaco Gregorio Pecoraro e al comandante della Polizia Locale Umberto Manelli, contestando l’occupazione e chiedendo l’immediato ripristino dei luoghi. Nessuna risposta ufficiale sarebbe arrivata.
Alla fine di giugno, la figlia ha effettuato un sopralluogo, constatando – secondo quanto riferito – che i lavori erano in corso e le impalcature ancora presenti. Da qui la decisione di formalizzare la querela, allegando la documentazione catastale e copia della PEC inviata alle autorità locali.
La vicenda solleva dubbi sulla gestione dei beni confiscati, soprattutto per quanto riguarda la distinzione giuridica tra edificio e terreno, e il rispetto delle procedure in caso di eredità non ancora trascritta nei registri immobiliari.
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1 commento
Lorenzo Libertà per la Marina
oggi, mer 9 luglio 07:22 rispondi a Lorenzo Libertà per la MarinaQuindi quando interessa ci si serve della Giustizia per far rispettare le leggi? Appunto la Giustizia e le leggi, ne vogliamo parlare in famiglia? 👍 Opinioni