
Hanno passato la prima notte insieme, ma in reparti diversi dell’ospedale Santissima Annunziata dove sono ricoverati, i protagonisti dell’incredibile storia di ieri, quella dell’abbandono del neonato vicino ai rifiuti in pieno centro a Taranto. Lorenzo (così i sanitari hanno chiamato il piccolo) e colei che lo ha partorito, una giovane 23enne di nazionalità georgiana, in Italia da poco tempo. Non si sa sa ancora se vuole continuare ad essere la mamma del suo bambino oppure rinunciare alla maternità lasciandolo libero per l’adozione. Cinque coppie si sono già presentate spontaneamente in ospedale per chiedere di adottare il piccolo. Qualcuno ha anche portato tutine e doni per Lorenzo.
A rintracciare la donna con alle spalle, pare, una esistenza non facile, sono stati i poliziotti alla guida del questore di Taranto, Massimo Gambino e dal capo della Mobile Cosimo Romano. La svolta grazie allo studio delle immagini registrate da alcune telecamere di sicurezza che hanno ripreso la giovane che aveva partorito in casa poco prima, forse con l’aiuto di qualcuno. Dopo la nascita ha messo in uno sportino il piccolo avvolgendolo in un telo e una copertina, pulito e profumato e lo ha portato dove è stato poi trovato da una signora che passeggiava con il suo cane.
Probabilmente, non sapeva delle opportunità che la normativa italiana prevede per chi intende rinunciare a essere madre dopo il parto ed era anche ignara dell’esistenza della “culla della vita”, un luogo poco distante da lì, in Via Crispi, dove un figlio non voluto o per il quale si pensa di non poter dare un futuro, può essere lasciato in assoluto anonimato e in sicurezza.
Dopo il parto la giovane georgiana è rimasta in casa dove è stata trovata dalla polizia, non era quindi lei la donna che ieri pomeriggio si era recata all’ospedale Moscati per dei disturbi ginecologici allontanandosi poi precipitosamente facendo insospettire il personale della vigilanza.
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