
Un’operazione congiunta dell’Ufficio territoriale ICQRF di Puglia e Basilicata e dei Carabinieri Forestali ha smascherato un’ingente frode nel settore vitivinicolo: circa 1.500 quintali di vino sfuso, etichettato come “Primitivo Salento Igp” e “Primitivo Puglia Igp”, sono stati sequestrati in provincia di Lecce. Il valore complessivo della merce supera 1,5 milioni di euro.
Il blitz, effettuato durante un controllo mirato, ha fatto emergere gravi violazioni ai disciplinari di produzione, motivo per cui il prodotto è stato ritenuto non conforme alle regole che tutelano le denominazioni di origine.
Il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha commentato sottolineando che l’operazione rientra nella campagna di verifiche avviata per la stagione vendemmiale: «Questa attività conferma l’efficacia del sistema di tutela del Made in Italy messo in campo dal Governo Meloni. Difendere le nostre eccellenze significa proteggere le imprese oneste e garantire trasparenza nelle filiere agroalimentari».
Soddisfazione anche dall’onorevole Dario Iaia (FdI), che ha ricordato come più volte siano state denunciate frodi legate all’uso scorretto del marchio “Primitivo”: «Il sequestro di oggi dimostra la serietà con cui le forze dell’ordine contrastano pratiche ingannevoli. È la prova che il sistema dei controlli funziona e che il Governo Meloni, insieme al ministro Lollobrigida, sta difendendo il Made in Italy. Un plauso va anche al Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria, che con determinazione continua a battersi contro irregolarità che incidono sul prezzo del prodotto».
Il caso riaccende i riflettori sulla necessità di vigilare costantemente sul comparto vitivinicolo, settore strategico per l’economia pugliese e nazionale.
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