
Il consigliere comunale del gruppo di maggioranza, Movimento Democratico per Manduria, Pierpaolo Lamusta, ha presentato una mozione da presentare in uno dei prossimi consigli comunale finalizzato al recupero e all’esposizione al pubblico di una tomba Messapica di elevato pregio storico e culturale rinvenuta nel 2018 a Manduria e ricoperta dalla Soprintendenza per mancanza di fondi necessaria alla sua valorizzazione.
Si trattava di una sepoltura portata alla luce in via Medaglie d’oro, a due passi dal Parco archeologico dei Messapi, durante i lavori di scavi della condotta idrica o fognante.
«La romba – spiega Lamusta nella sua richiesta indirizzata al sindaco Gregorio Pecoraro e al presidente del Consiglio, Gregorio Dinoi -, presentava una decorazione nella parte superiore realizzato nei colori rosso e blu (rari in archeologia) di finissima fattura, con pareti intonacate e dipinte che farebbe pensare a un monumento funerario con caratteristiche sia della civiltà messapica che magnogreca e dunque un unicum nella storia dei ritrovamenti nella nostra città».
Per questo il consigliere di maggioranza invita il sindaco ad interfacciarsi con la Soprintendenza e proporre la riapertura della fossa e permettere il suo camminamento vetrato.
«Il senso di abbandono e forse di disinteresse verso il patrimonio archeologico locale – ricorda Lamusta -, nel tempo ha prodotto gravi conseguenze sulla tutela dello stesso patrimonio e ne ha favorito la dispersione a favore di altre realtà dove intelligentemente i nostri reperti di valore hanno arricchito le raccolte civiche».
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1 commento
alberto altamura
lun 30 agosto 2021 05:01 rispondi a alberto altamuraCondivido la richiesta del consigliere Lamusta perché la civica Amministrazione si attivi per il recupero, la tutela e la pubblicizzazione della tomba, una vera rarità nel nostro territorio. Tenuto conto che il patrimonio storico ed archeologico può dare un contributo essenziale alla valorizzazione del territorio sul piano culturale e turistico, non si possono negare alla fruizione pubblica certi tesori di indubbio valore. È una offesa alla comunità e alla sensibilità di tanti cittadini pensosi del bene comune.