Venerdì, 4 Luglio 2025

Attualità

Ogni presidio ospedaliero della Asl di Taranto dovrà rinunciare in maniera ugualitaria ad una parte di posti letto da riservare alle complicanze dell'infezione da coronavirus

I reparti Covid chiuderanno ma non tutti: i sindaci a Torricella per salvare il Giannuzzi

Giannuzzi Covid Giannuzzi Covid | © La Voce

Sono iniziate ieri in tutte le Asl pugliesi le fasi per la ripresa delle attività ospedaliere e di specialistica ambulatoriale interrotte dalla riconversione Covid. «Questo in considerazione dell'andamento attuale della pandemia da Covid 19 e della curva dei contagi in sensibile flessione», scrive l'assessore regionale alla Salute, Pier Luigi Lopalco ai direttori generali della Asl. ?Nella provincia di Taranto i sindaci sono già in pista per quella che sarà una vera a propria gara a chi riuscirà ad ottenere di più per i rispettivi territori in termini di servizi per la salute. I primi a muoversi sono stati i sindaci dei comuni del versante orientale ionico il cui ospedale di riferimento, il Marianna Giannuzzi di Manduria, è stato l'unico ad essere totalmente dedicato all'infezione pandemica. ?L'appuntamento per i primi cittadini di Avetrana, Manduria, Sava, Maruggio, Torricella, Fragagnano e Lizzano, è stato fissato per giovedì prossimo nella sede municipale di Torricella. Alle ore 18 le autorità locali si troveranno attorno al tavolo per produrre un documento da sottoscrivere e presentare al presidente della conferenza dei sindaci sulla sanità, il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci, contenente le esigenze di questa parte del territorio. ?Non si fa fatica ad anticipare le richieste: riaprire i reparti e i servizi ambulatoriali per le patologie non Covid soppressi nell'autunno scorso. La parola d'ordine che si ripeterà nel documento (volontà già espressa dai comuni interessati), sarà: equità.

Ogni presidio ospedaliero della Asl di Taranto dovrà rinunciare in maniera ugualitaria ad una parte di posti letto da riservare alle complicanze dell'infezione da coronavirus. I sindaci dei sette comuni autoconvocatisi per giovedì, non tollereranno più che sia il loro ospedale a pagare più di tutti. ?Nel documento che sarà sottoscritto da tutti, si ricorderà che i presidi ospedalieri di Castellaneta e Martina Franca hanno mantenuto porzioni di servizi ambulatoriali e alcuni reparti dedicati alle malattie comuni a differenza del Giannuzzi che è stato interamente immolato all'emergenza pandemica. ?Il vicesindaco di Avetrana, Alessandro Scarciglia è molto preoccupato sul futuro del presidio Messapico. «Le voci che arrivano da Bari non promettono niente di buono - afferma - ma noi ci batteremo perché il nostro territorio abbia quello che gli spetta e che merita». ?Anche il sindaco di Sava, Dario Iaia non è più disposto a concedere altro. «Dopo essere stato a disposizione dell'intera regione dice Iaia -, l'ospedale di Manduria deve riavere i reparti sospesi, compresa la nefrologia; il Giannuzzi con i suoi operatori prosegue il primo cittadino savese -, hanno dato grande prova di professionalità e sacrificio dimostrando ancora una volta che la scelta di collocare l'ospedale tra quelli di base è stata una decisione scellerata rispetto alla quale bisognerebbe tornare indietro».

Il punto di rottura tra autorità locali di questo versante e il governo regionale, è stato proprio il declassamento del presidio manduriano prima ancora che si parlasse di pandemia. L'amministrazione comunale di Manduria, con il sindaco Gregorio Pecoraro, ha già prodotto un deliberato di Consiglio comunale in cui si chiede al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, l'elevazione del Giannuzzi ad ospedale di primo livello come contropartita per gli sforzi e le rinunce ricaduti sull'intera popolazione dei sette comuni.

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