Giovedì, 8 Maggio 2025

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Dissesto, guerra di cifre al comune di Taranto

Dissesto, guerra di cifre al comune di Taranto Dissesto, guerra di cifre al comune di Taranto | © n.c.

TARANTO - “L’1 gennaio 2012 dobbiamo uscire dal dissesto e liberare Taranto da questa schiavitù”. Il tono del sindaco è più che mai risoluto quando stamattina, a palazzo Latagliata, prende la parola dopo l’intervento del presidente dell’Osl il prof. Mario Pazzaglia. L’organo tecnico e la parte politica seduti allo stesso tavolo che si affolla, via via, di consiglieri comunali accorsi per la seduta congiunta delle commissioni Bilancio e Garanzia e controllo con l’obiettivo di fare il punto su situazione finanziaria e default.

A fare da contraltare alle dichiarazioni del sindaco sono le parole di Pazzaglia che alla domanda secca (del consigliere Festinante) - ma quanto serve per chiudere la partita iniziata nel 2006? - risponde: servono duecento milioni per fare le offerte transattive. L’intenzione, come dichiara in apertura il presidente Enzo Todaro, è quella di lasciare alle spalle le polemiche e le fibrillazioni degli ultimi giorni (in realtà qualche battibecco fra consiglieri è stato inevitabile come non è sfuggita la battuta con la quale Voccoli ha “salutato” il sindaco: almeno mi sono guadagnato la giornata! Gli ha detto lanciando una frecciatina a proposito della polemica sui gettoni di presenza). Mario Laruccia (presidente della commissione Garanzia e controllo) parla dell’importanza, anche dal punto di vista politico, della riunione visto che i consiglieri sono chiamati - il 19 luglio - ad esprimere un voto sul bilancio 2010. La parola a Pazzaglia, dunque, ascoltato in religioso silenzio dai presenti ansiosi di avere un quadro della situazione il più possibile nitido: “i dati sono quelli esposti in conferenza insieme al sindaco” esordisce il presidente dell’Osl “sono quelli della nona relazione aggiornata al primo aprile 2011. Questi gli elementi di conoscenza utili all’amministrazione comunale”. Vengono snocciolate cifre, tra le quali gli 11 milioni che corrispondono ad offerte transattive “in gestazione”, per le quali cioè l’Osl non ha avuto le risorse e gli 83 milioni di cause pendenti in tribunale. Tirando le somme, dei 920 milioni di debito dai quali si è partiti cinque anni fa, quelli accertati ammontano a 857 milioni. Di questi ne sono stati pagati 400, ne restano da pagare dai 380 ai 400 che, se chiusi al 50 percento del loro valore possono diventare dai 170 ai 200 milioni. Queste le cifre date da Pazzaglia che ha evidenziato la sua volontà di tenersi lontano dalla vis polemica e dai risvolti politici: il mio compito, in qualità di organo tecnico, è quello di “dare i numeri”. In cassa l’Osl ha solo 100 mila euro, per le spese spicciole. Mentre, come si diceva, alla domanda - quanto serve? - Pazzaglia risponde: 200 milioni. Altro dubbio, sollevato dal presidente dell’Osl: con la chiusura del dissesto al 31 dicembre 2011 in quanti tra i creditori accetteranno di riscuotere la metà quando da gennaio avrebbero il 100% del credito vantato nei confronti dell’ente civico? Quindi il percorso da intraprendere. “La procedura per arrivare alla conclusione del risanamento si sviluppa così: una volta effettuate le offerte transattive o le dichiarazioni di esclusione dal debito la commissione di liquidazione deve redigere il piano di estinzione. Ma non prima di aver fatto queste due operazioni. Per fare le offerte le somme corrispondenti devono essere accantonate perché entro 30 giorni dall’offerta il creditore può accettare e in quel caso si deve dar corso al pagamento. Si arriva così alla redazione del piano di estinzione e al pagamento agli aventi diritto”. Poi un dettaglio, che tanto piccolo non è se si pensa ai tempi annunciati da Palazzo di città: “il piano di estinzione - ha spiegato Pazzaglia - va inviato al Ministero dell’Interno che ha quattro mesi di tempo per approvarlo o restituirlo alla commissione con le prescrizioni. Con il rendiconto si chiude il dissesto”. Quando? Pazzaglia non si sbilancia (e non può, visto che le procedure sono in corso e che “le attestazioni mancanti sono consistenti”, ndr). Stefàno invece sembra non nutrire dubbi: “I tarantini sono sotto il giogo del dissesto insieme alle istituzioni. Uscire dal dissesto è un dovere. Il costo (non solo in termini di tasse) che la città sta pagando non è più sopportabile. Questa la sua “posizione politica”. Poi l’accenno all’accertamento sull’ Ici e ai 5 milioni derivanti dalla vendita della farmacia comunale. “Abbiamo un avanzo di 125 milioni - ha detto Stefàno - e il nodo della banca Opi. Se giorno 19 - ha poi dichiarato esplicitamente - passa il bilancio metteremo i soldi a disposizione della Osl”. Soldi che ora, lo ha detto Stefàno, sono “nel cassetto”. Quindi il proclama: “il primo gennaio 2012 dobbiamo uscire dal dissesto; dobbiamo liberare i tarantini da questa schiavitù”. Che dire! Aveva ragione Enzo Todaro quando, introducendo la riunione, ha precisato: “Non è un’operazione verità”. E , infatti, anche i consiglieri che avevano chiesto questo incontro per fare chiarezza sono usciti dalla sala conservando “molti dubbi e forti perplessità”, come ha commentato il consigliere Antonietta Mignogna (Mjl). “Una cosa è dire che il Testo unico prevede la possibilità di chiudere il dissesto dopo cinque anni, un’altra è dire che non abbiamo più debiti e che si può abbassare la Tarsu”. Per il Mjl “E’ tutto aleatorio. Le risposte di Pazzaglia di fatto contrastano con la volontà politica del sindaco che sembra voler mandare a casa l’Osl che invece potrebbe continuare a gestire il debito. Che ne sappiamo cosa accadrà domani? Ci sono molte questioni in sospeso, come quella dei Boc che, ben che vada, vorranno dire pagare 19 milioni per 18 anni”. Per questo la Mignogna ha simpaticamente ricordato come “la gatta frettolosa fa i figli ciechi” un modo per frenare l’entusiasmo (fuori luogo) dimostrato dal sindaco. Anche sulle cifre non ci è trovati: “Il dirigente ha parlato non di 125 milioni ma di 114 milioni di avanzo. 45 sarebbero destinati all’Osl, 20 ai debitori che non hanno accettato a transazione e 23 costituirebbero quello che il sindaco chiama “tesoretto”. Ma non è così, perché la massa attiva va tutta alla Osl”. Anche i tempi non combaciano: “Pazzaglia ha detto a chiare lettere che tra piano di estinzione e rendiconto e parere del ministero se ne potrebbe andare anche un anno”. Dubbi e perplessità i cui riverberi - c’è da scommetterci - si rifletteranno martedì in aula consiliare.

Taranto Sera

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