
Udienza alla Corte d’appello di Lecce ieri per il secondo grado di giudizio del processo alla "cupola mafiosa" manduriana. Ieri ha discusso il procuratore generale Tramis che proseguirà nella prossima udienza fissata per il prossimo 11 ottobre. Per quella data sono previste le richieste conclusive dell’accusa e poi il passaggio alle difese. In calendario anche l’intervento dell’avvocato di parte civile incaricato dal Comune di Manduria, Cosimo Romano.
La sentenza di primo grado emessa a settembre scorso ha inflitto 229 anni di reclusione ai 32 imputati che hanno scelto il rito abbreviato assolvendone tre. Le pene più severe, 20 anni a testa, sono toccate ai tre manduriani Walter Modeo, Giovanni Caniglia e Nazareno Malorgio (l’accusa sostenuta dal pm Milto De Nozza aveva chiesto la stessa pena), ritenuti a capo dell’organizzazione mafiosa che secondo gli inquirenti aveva riorganizzato la frangia manduriana della sacra corona unita.
Il reato di associazione mafiosa è stato riconosciuto per Caniglia, Modeo, Malorgio, Palmisano, Domenico Andrisano, Alessandro Andrisano, Gianluca Attanasio, Mario Buccoliero, Maurizio Malandrino, Raffaele Malandrino, Michele Trombacca, Angela Maria Pedone e Pietro Spadavecchia. Tutti manduriani. Costoro sono stati inoltre condannati al risarcimento del danno riconosciuto al Comune di Manduria costituitosi parte civile con l’avvocato Romano, quantificato in centomila euro.
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