Domenica, 6 Luglio 2025

Salento Puglia e mondo

L’indagine, denominata «Bad boys» (cattivi ragazzi), era nata dalla denuncia del pensionato che viveva solo in casa, il quale aveva raccontato ai carabinieri

Bullizzavano un disabile di Sava, giudizio immediato per il branco

Bulli estorcono denaro alla vittima Bulli estorcono denaro alla vittima | © La Voce

Indagini già chiuse per i maggiorenni di Sava coinvolti nell’inchiesta sulle presunte vessazioni del branco (venti in tutto, tra cui sette minori), ai danni di un pensionato sessantunenne del posto. Il gip del tribunale di Taranto, Benedetto Ruberto, su richiesta del pubblico ministero Francesco Ciardo, ha disposto il giudizio immediato per i tredici ultra diciottenni che devono rispondere, a vario titolo, di estorsione continuata in concorso, furto aggravato, rapina, detenzione e porto illegale di arma da sparo e atti persecutori. Tutti dovranno comparire il 6 maggio prossimo alle ore 9 nell’udienza che si terrà nell’aula Alessandrini della prima sezione penale del Tribunale di Taranto. Stessa cosa si attende ora per i sette minorenni raggiunti anche loro dalle misure cautelari in carcere o nelle comunità, notificate loro nel blitz dei carabinieri scattato il 12 novembre scorso. Di loro si occupa la Procura della Repubblica per i minori.

L’indagine, denominata «Bad boys» (cattivi ragazzi), era nata dalla denuncia del pensionato che viveva solo in casa, il quale aveva raccontato ai carabinieri di essere vittima di un gruppo di persone, quasi tutti giovanissimi con qualche adulto, che da anni lo avrebbero costretto con minacce e l'uso delle armi, a consegnargli denaro. L’attività investigativa condotta dai militari della stazione di Sava, aveva portato all’emissione di venti misure cautelari e alla denuncia a piede libero di altre cinque persone. Il sessantunenne che da quel giorno vive in un luogo protetto lontano da Sava, aveva trovato il coraggio di ribellarsi ai suoi presunti aguzzini dopo un incendio, divampato accidentalmente, che gli aveva distrutto la modesta casa dove viveva di stenti. Sentito dai carabinieri, in quella occasione l’uomo disvelò il clima di terrore in cui viveva da anni. Raccontò di essere succube di un gruppo di savesi, alcuni molto piccoli, che gli prosciugavano la piccola pensione di invalidità. L’attività investigativa dei carabinieri, eseguita anche con l’uso di intercettazioni ambientali e video, ha raccolto una serie di indizi che proverebbero l'uso spregiudicato dei «cattivi ragazzi» che utilizzavano il pensionato come un bancomat da cui attingere piccole ma costanti somme di denaro. Da qui la decisione del giudice delle indagini preliminari di disporre il giudizio immediato.

Ora il collegio difensivo composto dagli avvocati Antonio Liagi, Rosario Frascella, Giuseppe Masini, Franz Pesare, Alessandro cavallo, Armando Pasanisi e Fabio Falco, dovrà decidere se chiedere o meno il rito abbreviato. Scontata invece la costituzione di parte civile della presunta vittima che ha affidato il compito all’avvocatessa Agnese Pulignano del foro di Taranto. «Non lascerò il mio assistito in questo percorso – ha dichiarato la penalista - e solo costituendomi parte civile potrò tutelarlo e seguirlo sino al suo reinserimento nel suo ambienta da cui è stato allontanato contro la sua volontà». Il sessantunenne che ha espresso il desiderio di tornare a vivere nella sua Sava, è ospite di una casa famiglia della provincia di Lecce le cui spese sono a carico del comune di residenza. Nazareno Dinoi

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