
Un giovane di 21 anni residente nel comune di Brindisi è tra gli indagati di una vasta operazione antiterrorismo condotta dai Carabinieri del Raggruppamento Operativo Speciale (ROS), su disposizione della Procura della Repubblica di Brescia e in coordinamento con la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo. Il giovane, sospettato di far parte di una rete di estrema destra attiva online, è stato sottoposto a perquisizione nell’ambito di un’inchiesta che ha coinvolto tutto il territorio nazionale.
Al centro dell’operazione, un coetaneo bresciano raggiunto da una misura cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Brescia, dott. Alessandro D’Altilia, per propaganda e istigazione all’odio razziale, etnico e religioso, ai sensi dell’art. 604 bis del codice penale. Contemporaneamente, il Sostituto Procuratore Caty Bressanelli ha disposto 26 decreti di perquisizione personale e domiciliare, tra cui quello eseguito nei confronti del giovane brindisino.
L’indagine, avviata nel dicembre 2023 e portata avanti dal ROS di Brescia, si è sviluppata a partire dal monitoraggio dei profili Telegram e TikTok dell’arrestato, ma ha successivamente permesso di identificare un più ampio circuito virtuale radicale neonazista e suprematista, frequentato anche da altri giovani italiani.
Il ragazzo di Brindisi sarebbe attivo in numerosi canali Telegram caratterizzati da contenuti di matrice estremista, tra cui:
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"WHITE LIVES MATTER ITALIA", promotore della superiorità della razza bianca;
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"VANNAWAFFEN TM", veicolo di propaganda nazista e accelerazionista con incitamenti alla violenza contro immigrati, musulmani e minoranze;
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"SANGUE E SUOLO", "SPIRITO FASCISTA", "CASA DEL FASCIO", e altri, contenenti messaggi antisemiti, negazionisti e apologetici del nazismo e del fascismo;
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"HOOLIGANS/NS/WP/WLM", con riferimenti al nazionalsocialismo, suprematismo bianco e inviti ad azioni violente;
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"IDENTITÀ EUROPEA" e "RIVELAZIONI NON AUTORIZZATE", in cui venivano diffusi contenuti razzisti e di odio contro minoranze e categorie vulnerabili.
In totale, sono 29 gli indagati individuati finora — molti dei quali tra i 18 e i 25 anni, cinque minorenni all’epoca dei fatti — sospettati di partecipazione a gruppi online finalizzati alla diffusione di ideologie violente e discriminatorie.
L’operazione conferma la crescente attenzione degli inquirenti verso le nuove forme di radicalizzazione giovanile veicolate dalle piattaforme digitali, spesso alimentate da contenuti estremisti e di incitamento all’odio, in aperto contrasto con i valori democratici e costituzionali.
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