Tutta Avetrana è sotto choc da ieri dopo avere appreso dal Nuovo Quotidiano di Puglia la notizia delle presunte violenze e maltrattamenti che avrebbero subito gli alunni della scuola materna «Giovanni XXIII» da parte della loro maestra. La donna - che in concomitanza con le indagini che l’hanno riguardata è andata in pensione, è indagata dalla Procura della Repubblica di Taranto per il reato di maltrattamenti su persone affidatele per ragioni di educazione, istruzione, cura, vigilanza e custodia. Le sue presunte vittime, sei quelli individuati sinora, sono tutti maschietti di quattro anni di età. Contro di lei, oltre ai racconti dei bambini riferiti ai propri genitori che con l’avvocato Franz Pesare hanno presentato la denuncia che ha fatto partire l’inchiesta, ci sarebbero le registrazioni delle telecamere installate dai carabinieri nelle classi e negli ambienti dove l’educatrice sostava con i suoi piccolissimi alunni.
Il suo avvocato difensore, Enzo Tarantino, vuole studiare gli atti che ha richiesto agli inquirenti prima di tracciare un percorso di difesa. Descrivendo la sua assistita come «una donna distrutta e addolorata dalle infamanti accuse che le vengono rivolte», il legale esprime un parere su alcune circostanze che contrasterebbero con l’immagine che viene fuori da questa fase preliminare delle indagini.«Fa specie pensare – dice l’avvocato – al fatto che quando la signora ha dovuto lasciare la scuola per il pensionamento, è stata festeggiata e onorata dalle mamme dei suoi alunni che le hanno fatto dei regali e persino un encomio». Sempre secondo il suo difensore, «la maestra non è stata mai sottoposta a nessun provvedimento disciplinare da parte della direzione scolastica».
Anche la politica s’interroga sull’inquietante episodio. Per il vicesindaco di Avetrana, Alessandro Scarciglia, «è consigliabile non emettere sentenze e lasciare che la giustizia faccia il suo corso». Detto questo, poi, il numero due del governo cittadino s’immedesima nella vicenda in qualità di genitore. «Ognuno di noi – dice -, a prescindere da eventuali ruoli ricoperti nella società, è un genitore e come tale vuole che i propri figli siano al sicuro nelle nostre scuole e se la giustizia dovesse confermare queste accuse sarebbero di una gravità inaudita». Il pensiero del vicesindaco va poi ai genitori che hanno capito alcuni comportamenti anomali dei propri figli decidendo di denunciare ed anche agli inquirenti «probabilmente anche loro genitori che, sempre se quello che si dice è vero, hanno dovuto vedere e rivedere delle registrazioni video che sicuramente feriscono il cuore».
N.DIn.
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