E’ morto questa notte a Torre Santa Susanna, nel brindisino, dove viveva da qualche tempo, il martinese, Martino Scialpi, il commerciante famoso in tutta Italia per una schedina del Totocalcio vincente da oltre un miliardo di vecchie lire giocata nel 1981 che il Coni non gli ha mai riconosciuto.
E’ stato stroncato da un infarto, avrebbe compiuto 68 anni ad ottobre. Nel 38 anni fa totalizzò il tredici con una schedina giocata in una ricevitoria di Ginosa. Il giorno seguente dopo una notte insonne per la gioia, scoprì dai giornali che i tredici vincenti in Italia erano stati quattro, nessuno in Puglia. Dalla ricevitoria ginosina dove non si trovò traccia della sua schedina, si parlò prima di smarrimento poi di furto della matrice originale.
Da allora, in 38 anni, Scialpi ha avviato 50 procedimenti penali e civili a Bari, Roma, Potenza, Taranto e Perugia, un paio di assoluzioni, sentenze favorevoli di vario genere, anche in Cassazione. L’ultimo, penale, ancora in corso al Tribunale di Bari.
Il Coni ha sempre sostenuto che la schedina nelle mani del martinese era un falso costruito dopo le partite. Circostanza più volte smentita da perizie che hanno stabilito l’autenticità dell’originale con numero di serie 625SA77494. Scialpi per quella vecchia vincita chiedeva un equivalente di 10 milioni di euro. Una vita distrutta per il commerciante ambulante che aveva perso il lavoro, la moglie e 500 mila euro per spese legali e debiti con una quarantina di avvocati.
Nell'intervista realizzata circa tre mesi fa dal "Quotidiano Italiano", tutta la storia e la disperazione raccontata dal protagonista
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