
Avrebbe trattenuto i versamenti dei tributi locali dei propri clienti e prelevato denaro dal conto di un ultranovantenne per un totale di 37mila euro. Con quste accuse il cassiere dell'istituto bancario di un comune del basso Salento è stato arrestato dai militari delal Guardia di Finanza di Casarano. Il dipendente era stato già sospeso e licenziato dalla banca. I particolari nel comunicato stampa della Guardia di Finanza che pubblichiamo di seguito.
I finanzieri della Tenenza della Guardia di Finanza di Casarano hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di un dipendente di una filiale del basso salento di un noto istituto di credito. Peculato, appropriazione indebita e truffa aggravata, questi sono i reati contestati all’uomo sottoposto agli arresti domiciliari.
Secondo le indagini delegate dalla Procura della Repubblica di Lecce, il cassiere infedele avrebbe approfittato della sua qualità di funzionario di pubblico servizio preposto alla riscossione dei tributi locali TARI e IMU, trattenendo per sé l’importo di oltre 16.000 € consegnati in contanti da 75 ignari clienti.
Il soggetto indagato avrebbe occultato o distrutto la copia riservata alla banca al fine di sottrarsi ad ogni possibile controllo interno della contabilità giornaliera della filiale, omettendo il successivo trasferimento delle somme all’Agenzia delle Entrate e conseguentemente al Comune destinatario dei tributi.
Inoltre, il dipendente bancario, nell’arco temporale di appena un anno (febbraio 2021 - gennaio 2022) si sarebbe appropriato dei risparmi di un proprio cliente ‘ultranovantenne’, per un ammontare di quasi 21.000 €, sottraendoli con vari prelievi, con importi oscillanti tra i 1.000 ed i 3.000 €, a volte eseguiti anche nel corso della stessa giornata.
Sempre secondo la contestazione, il cassiere, essendo riuscito a carpire la fiducia dell’anziano e dei suoi familiari, si sarebbe offerto di prelevare fondi dal libretto e di fornire assistenza bancaria ogniqualvolta il cliente fosse stato impossibilitato a raggiungere l’istituto di credito.
In tale frangente il soggetto destinatario della misura avrebbe prelevato una somma superiore a quella richiesta dal truffato, trattenendo per sé la differenza. Infine, per non destare sospetti, il dipendente bancario, prima di restituire il libretto di risparmio all’avente diritto, avrebbe annotato a ‘penna’ l’operazione di prelievo richiesta in luogo di quella effettivamente eseguita, alterandone così il saldo contabile. Il dipendente è stato dapprima sospeso ed in seguito licenziato dall'istituto di credito.
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3 commenti
M M
dom 1 maggio 2022 02:46 rispondi a M MDifferenza tra pubblico e privato. Nel privato giustamente punito. Nel pubblico si dice che in un comune della zona un dipendente abbia fatto fuori importi maggiori, è stato redarguito e gli hanno imposto di restituire il maltolto con trattenute mensili dallo stipendio che conserva di pochi euro. Tra un paio di centinaia di anni andrà in pari. No comment!!!
stuetuku
ven 29 aprile 2022 12:04 rispondi a stuetukuSOTTA LU MATTONI. LI SORDI SO MIA E LI RROCCU IU'.NO LI BANCHI.
Marco
gio 28 aprile 2022 08:09 rispondi a MarcoSe fosse un film non farebbe carriera, ha rubato poco 😂