La zona industriale di Manduria è priva di fogna. Per questo l’isola ecologica lì situata, nonostante le speranze di qualcuno, non è stata ancora utilizzata. Non è quindi colpa della Igeco che di recente ha eseguito degli interventi di rifunzioanalizzazione degli impianti esponendo (forse un po’ frettolosamente) il cartello di benvenuto con gli orari di servizio -, che si dice pronta a gestirla «già da domani», ma dal Comune di Manduria che ne è proprietario. Dagli uffici tecnici comunali si sta cercando di rimediare in qualche modo. «Stiamo verificando che il centro di raccolta abbia tutte le autorizzazioni necessarie per l’apertura e l’agibilità», dichiara il dirigente ingegnere Claudio Ferretti. «Il centro – prosegue Ferretti - fu inaugurato in fretta e furia dalla giunta Massafra senza aver acquisito tutte le autorizzazioni per l’avvio delle attività».
Quello che manca con certezza è l’autorizzazione allo scarico dei reflui in fosse e vasche a tenuta che rilascia la Provincia di Taranto. Ma non è detto che non ci siano altri intoppi. «Stiamo verificando se agli atti sia stato redatto un certificato di collaudo e quindi rilasciata la conseguente agibilità», fa sapere l’ingegnere comunale che non riesce a dare tempi certi sull’apertura.«L’isola che non c’è», così com’è stata ironicamente intitolata, fu inaugurata il 23 luglio del 2016 con tanto di benedizione del parroco e la sfilata del sindaco, assessori e consiglieri al seguito. Fu una inaugurazione truffa, come si scoprì in seguito. Costata 250 mila euro, l’isola non è mai entrata in funzione.
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