Lo scarico “emergenziale” che in caso di guasti importanti, non prevedibili, diventerebbe una cloaca sversata in quello che gli avetranesi storicamente considerano il «loro mare», era stato già proposto dall’Acquedotto pugliese nel lontano 1994. Anche in quel caso il depuratore di Avetrana prevedeva uno scarico nel bacino di Torre Colimena. In tempi evidentemente più ragionevoli di adesso, fu sufficiente l’opposizione politica degli avetranesi perché Acquedotto e la Regione Puglia si lasciassero convincere a modificare il recapito finale con l’attuale sistema delle trincee drenanti su suolo.
Se prima era sufficiente una consultazione e un diniego, oggi le circostanze sono ben diverse. Lo hanno capito gli amministratori di Avetrana e gli stessi avetranesi che dopo aver saputo di un possibile scarico nel «loro mare», stanno organizzando l’opposizione.
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