Si è conclusa con una condanna e un’assoluzione la vicenda giudiziaria di due fratelli manduriani, M.C e R.C, finiti sotto processo perché accusati di aver trasformato la cantina della casa dei genitori in una fiorente piantagione di marijuana. Ad ottobre del 2018 le forze dell’ordine che erano andati per una perquisizione, avevano trovato e sequestrato venti piante del peso complessivo di 13 chilogrammi di sostanza destinata alla commercializzazione.
Difesi entrambi dall’avvocato Cosimo Parco, i due hanno scelto rispettivamente il patteggiamento della pena e il rito abbreviato. Chi ha patteggiato la condanna ad un anno e nove mesi e la multa di settemila euro, ha poi scagionato il fratello addossandosi tutta la responsabilità della «insolita» coltivazione. Quest’ultimo, assolto con la formula piena perchè «il fatto no sussiste», ha potuto dimostrare, assistito dall’avvocato Parco, che non viveva più in quella casa perchè da diversi mesi si era trasferito dalla fidanzata e che il giorno della perquisizione si trovava in compagnia del fratello dal quale era stato invitato a pranzo presente anche la loro madre.
La difesa ha sostenuto che qualora l’imputato avesse saputo dei traffici del fratello, tale conoscenza avrebbe rappresentato una tipica ipotesi di connivenza non punibile. La condanna concordata per l’atro fratello che gli ha concesso la sospensione della pena, gli consentirà di non scontare nessun giorno di carcere.
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