Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Taranto, Benedetto Ruberto, ha emesso un decreto di condanna per otto cittadini di Avetrana, tra cui il vicesindaco in carica, Alessandro Scarciglia, perché l’8 marzo del 2017 avevano preso parte ad un sit-in pacifico e privo di corteo davanti al cantiere del costruendo depuratore consortile di Manduria e Sava in contrada «Urmo-Belsito», marina di Specchiarica. Gli otto imputati, assieme ad altri ambientalisti e componenti di comitati contro il depuratore sulla costa, si erano dati appuntamento di prima mattina richiamati dalla notizia dell’apertura del cantiere della ditta «Putignano & Figli» (di fatto poi affidato alla subappaltante «Bio System Company» di Gravina di Puglia). Una presenza pacifica per una protesta simbolica che alle forze dell’ordine presenti, evidentemente, non era sembrata tale. Tanto è vero che diversi manifestanti furono identificati e invitati ad allontanarsi dalla zona.
A distanza di tre anni, quando tutto sembrava dimenticato, l’amara sorpresa per gli otto avetranesi che in base ad un Regio decreto del 1931si scoprono imputati per essere stati, in concorso tra loro, i promotori di una riunione non autorizzata in luogo pubblico. La normativa in questione è quella che obbliga gli organizzatori di eventi che si svolgono in un luogo aperto al pubblico, a darne comunicazione al questore almeno tre giorni prima dell’appuntamento. Per questo il sostituto procuratore della Repubblica di Taranto che ha curato il fascicolo, il pubblico ministero Enrico Bruschi, ha chiesto e ottenuto la condanna per decreto con l’applicazione di una multa pari a 1.225 euro a ciascuno degni imputati. Il provvedimento, contro cui gli indagati si potranno opporre, sospende la pena per due anni.??Per l’avvocato Francesco Di Lauro che difende uno degli imputati, la misura è un «chiaro segno intimidatorio che all’epoca serviva a soffocare la protesta della popolazione contraria al depuratore a due passi dal mare e da due riserve naturali».??Anche il vicesindaco Scarciglia che ha dato già mandato all’avvocato Enzo Tarantino, è pronto ad opporsi. «Personalmente non mi spaventa questa cosa anche perché sono convinto di aver fatto la cosa giusta e di averla fatta nel rispetto delle leggi. Quel giorno tra gli ulivi – prosegue Scarciglia – eravamo tutte persone per bene, lavoratori e professionisti, non certo contestatori scatenati o black bloc». Per il numero due della giunta di centrodestra, l’occasione è buona per ricordare quanto l’opera sia sgradita alla quasi totalità degli avetranesi. «Adesso c’è la campagna elettorale ma appena sarà il tempo - dice l'amministratore - riprenderemo la battaglia democratica contro il depuratore che non si sa ancora dove dovrà scaricare i reflui emergenziali». ??
Quell’otto marzo del 2017, la notizia dell’avvio dei lavori era arrivata con qualche giorno d’anticipo così le autorità si preoccuparono di garantire un servizio d’ordine che evitasse possibili incidenti se non proprio scontri. In effetti tutto si risolse con qualche slogan e con cori di protesta mentre i tecnici dell’impresa prendevano possesso dell’area individuata. Il sit-in servì, comunque, a rinviare di altri due anni l’inizio dei lavori, ripresi ad aprile del 2019 e tuttora in corso.?? Nazareno Dinoi
Vuoi commentare la notizia? Scorri la pagina giù per lasciare un tuo commento.
© Tutto il materiale pubblicato all’interno del sito www.lavocdimanduria.it è da intendersi protetto da copyright. E’ vietata la copia anche parziale senza autorizzazione.
6 commenti
Marco
ven 17 luglio 2020 01:32 rispondi a MarcoUna legge del regime fascista, appunto contro ogni forma di manifestazione. Oggi c è la democrazia però...
Lorenzo
ven 17 luglio 2020 10:33 rispondi a LorenzoMi spiace tantissimo, specie per una causa nobile e civile. Del resto solo una legge del 1931 presa ad hoc, poteva essere utilizzata per far stare zitte le persone, una legge Savoia/Fascista!!! Come la tecnologia del depuratore e sua regimazione del troppo pieno, tecnologia anni 30'. Vintage la legge, vintage il depuratore.
Fernando Maria Maurizio Potenza
ven 17 luglio 2020 09:21 rispondi a Fernando Maria Maurizio PotenzaVabbe, che uno non sa come vanno queste cose, però, sarebbe bastato farsi difendere da un avvocato, neanche bravo, per essere assolto... Se tutte le volte che protestano gli italiani, venissero multati, avremmo azzerato il debito pubblico.
Marco
ven 17 luglio 2020 06:53 rispondi a MarcoSolo 8?? L otri so chiù dritti??
Ciro
ven 17 luglio 2020 06:26 rispondi a CiroCome non esprimere solidarietà al Popolo Avetranese ed al loro innato senso civico. Dura Lex sed Lex. (del 1931 promulgata da un re) una legge anacronistica al servizio di alcuni contro gli altri.
Carlo
sab 18 luglio 2020 11:42 rispondi a CarloNessun anacronismo. Si chiama testo unico delle leggi di pubblica sicurezza passato e ripassato più volte al vaglio della Corte costituzionale. Anche il codice penale è del 1931 ed è ancora lì. Poi si può discutere sulla effettiva lesione del bene e sul principio di offensività per la sua applicazione......