Si è aperto ieri davanti alla Corte d’appello di Lecce, il processo di secondo grado intentato dagli imputati dell’inchiesta «Impresa», indagine coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di Lecce che ha portato allo scioglimento per infiltrazione mafiosa del comune di Manduria. Alla sbarra ci sono una cinquantina di imputati tra esponenti della malavita organizzata, imprenditori e politici ex amministratori manduriani. In primo grado, il massimo della pena, 16 anni (il pm ne aveva chiesti 20 compresa la riduzione di un terzo dell’abbreviato), è andato al manduriano Antonio Campeggio, detto «scippatore», pluripregiudicato già condannato per reati di mafia, ritenuto a capo di un sodalizio criminale di stampo mafioso, specializzato nel traffico della droga e le estorsioni con interessi nelle pubbliche amministrazioni, operante nei comuni di Manduria, Sava e San Giorgio Jonico.
La seduta di ieri è stata aggiornala al 7 ottobre quando prenderà la parola la pubblica accusa. L’udienza di ieri è servita anche per sospendere i termini di custodia cautelare per gli imputati ancora sottoposti a misure restrittive. Il collegio di difesa è composto dagli avvocati Antonio Liagi, Fabio Falco, Lorenzo Bullo, Cosimo Micera, Luigi Danucci, Michele Iaia, Franz Pesare, Davide Parlatano, Armando Pasanisi, Giuseppe Mazza, Luigi Vitale, Antonio Pezzuto, Massimiliano Mero, Danilo Dinoi e Donata Perrone. Il comune di Manduria si è costituito parte civile.
N.Din.
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1 commento
Ranetta
ven 17 luglio 2020 09:18 rispondi a RanettaVo?rei che i miei commenti fossero pubblicati.....grazie