Mercoledì, 16 Luglio 2025

Giudiziaria

Nei giorni scorsi si è tenuta la fase conclusiva della vicenda con l’udienza preliminare davanti al gup del Tribunale di Taranto, Benedetto Ruberto

?Armi fatte in casa, il ristoratore manduriano patteggia la pena

Tribunale Tribunale | © Google

È arrivata al capolinea processuale la vicenda di un noto e pluripremiato, e per questo insospettabile, ristoratore Manduriano M.B. di 47 anni che a marzo del 2019 era stato arrestato per detenzione di armi. Nel suo appartamento i carabinieri del nucleo operativo di Manduria trovarono un piccolo arsenale costituito da armi clandestine fabbricate artigianalmente, armi ad aria compressa modificate in modo da divenire armi comuni da sparo nonché varie munizioni.

Nei giorni scorsi si è tenuta la fase conclusiva della vicenda con l’udienza preliminare davanti al gup del Tribunale di Taranto, Benedetto Ruberto che si è conclusa con una condanna che è stata patteggiata con la pena di 2 anni e 4 mesi di reclusione (la pena prevista per i reati contestati poteva raggiungere i 10 anni di carcere). L’avvocato difensore con cui l’imputato ha condiviso la scelta, il penalista Cosimo Parco di Manduria, ha ottenuto per il suo assistito altri benefici come l’esclusione della recidiva contestata all’imputato per i suoi precedenti penali, inoltre l’assorbimento del reato di detenzione illegale di munizioni nel reato di fabbricazione di armi clandestine in quanto il munizionamento era appunto compatibile con le armi clandestine. La difesa ha inoltre chiesto e ottenuto che i due reati di fabbricazione di armi clandestine e di detenzione illegale di armi comuni da sparo, fossero riconosciuti come commessi in esecuzione di un medesimo disegno criminoso.

Un esito che ha soddisfatto sia l’avvocato Parco sia il ristoratore manduriano che ha evitato così la concreta possibilità di dover passare in carcere molti anni e di dover interrompere la propria carriera nel settore del food. In sostanza, avendo già subito oltre un anno di misura cautelare, tra poco meno di un anno sarà completamente libero. Peraltro ora la palla passerà al Tribunale di Sorveglianza a cui la difesa domanderà che il resto della pena possa essere scontata con una misura alternativa alla detenzione che, qualora concessa, permetterà a breve all’imprenditore di tornare a tempo pieno dietro i fornelli e, si spera, di tenersi lontano da pericolosi hobbies.

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