È stata rinviata al 12 maggio l’udienza di ieri davanti al giudice delle udienze preliminari, Vilma Gilli, che deve giudicare con il rito abbreviato i tre maggiorenni manduriani coinvolti nell’inchiesta sulla morte di Antonio Stano, il 66enne vittima di violenze psicologiche e fisiche da parte della banda dei cosiddetti “orfanelli”.
Il gup ha deciso il rinvio per permettere agli avvocati della difesa e delle parti lese di interloquire con i propri clienti, necessità questa resa difficoltosa dalle restrizioni Covid.
La giudice che da circa un mese è stata trasferita al Tribunale di Brindisi, intenderebbe chiudere quanto prima il processo e per questo ha già calendarizzato le sedute per arrivare a sentenza entro la fine di maggio.
I tre imputati, Gregorio Lamusta, Antonio Spadavecchia e Vincenzo Mazza, (collegio difensivo composto dagli avvocati e Gaetano Vitale, Armando Pasanisi, Lorenzo Bullo, Massimiliano Mero e Franz Pesare), devono rispondere dei reati di violazione di domicilio, lesioni personali, percosse, molestie, furto, sequestro di persona e tortura aggravata dalla sopraggiunta morte. Rischiano una condanna sino a venti anni di carcere se i difensori non riusciranno a far cadere l’accusa della tortura quale causa della morte di Stano. Questa almeno la tesi della pubblica accusa sostenuta anche dai periti del gup secondo i quali la paura di subire vessazioni, angherie e aggressioni, avrebbe portato Stano a non uscire di casa per fare la spesa e, quindi, a non alimentarsi nella settimana precedente al ricovero. «Tale situazione determinò, con elevata probabilità, un ritardo nel ricorso alle cure sanitarie e, conseguentemente, un ritardo nella diagnosi della complicanza dell’ulcera duodenale». È il passaggio più significativo della relazione del medico legale Roberto Vaglio e del professore in chirurgia Carmine Chiumarulo consegnata al gup.
Le parti civili (i parenti di Stano e di un altro disabile vessato e aggredito dalla stessa banda di bulli) sono invece rappresentate dagli avvocati Giuseppe Brunetti e Mariliano Stano.
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1 commento
Maria Leda Perrucci
ven 24 aprile 2020 11:56 rispondi a Maria Leda PerrucciParallelamente qualcuno sta indagando alle responsabilità di servizi sociali e forze dell'ordine ? Se c'era anche un'altra persona vessata evidentemente c'è qualcosa che persiste , si è reso pubblico anche l'altro reato ? Chiedo giusto perché tutte quelle persone non vivevano su un'isola deserta