La presidente del Tribunale dei minorenni di Taranto, Bina Santella, ha revocato la misura cautelare dell’affidamento nelle comunità per nove componenti della banda degli "orfanelli" accusati di aver vessato il sessantaseienne manduriano, Antonio Cosimo Stano, morto per una emorragia gastrica che secondo l’accusa sarebbe stata provocata dalle violenze fisiche e psichiche subite dal branco.
La giudice che ha accolto la richiesta presentata dagli avvocati difensori, ha anato le misure «avendo gli imputati – si legge nell’ordinanza – ammesso le loro responsabilità in merito al reato, chiedendo di essere giudicate con le forme del rito abbreviato ed essendo stati ammessi al progetto di messa alla prova con conseguente sospensione del processo». La decisione della giudice non liberà però gli imputati che resteranno nelle rispettive comunità sino a quando non partiranno i programmi di prova che consistono nel rispetto degli obblighi di studio e lo svolgimento di attività di volontariato presso associazioni o enti che si occupano di assistenza agli anziani, alle categorie protette o con disagi in genere per il periodo loro assegnato che va dai due anni e quattro mesi sino ad un massimo di tre anni. Superati positivamente questi periodi di prova il reato si cancella.
L’inosservanza delle regole di prova, invece, riaprirà il processo sino alla sentenza. Nel prossimo mese di maggio le difese probabilmente chiederanno una ulteriore revisione delle misure nel tentativo di ottenere il rientro a casa dei propri assistiti. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Antonio Carbone, Franz Pesare, Davide Parlatano, Armando Pasanisi, Cosimo Micera, Nicola Marseglia, Lorenzo Bullo, Daniele Capogrosso, Antonio Liagi, Fabrizio Lamanna.
Nazareno Dinoi
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