
Ci sono anche due manduriani tra i sette dirigenti di ArcelorMittal che ieri sono stati rinviati a giudizio dal Tribunale di Taranto per la morte dell’operaio di 38 anni, Cosimo Massaro, gruista nello stabilimento ex Ilva di Taranto che nel 2019 fu trascinato in mare insieme alla pesante struttura su cui stava lavorando abbattuta da un tornado.
Si tratta del capo reparto, Giuseppe Dinoi e del capo manutenzione Andrea Dinoi. Il primo difeso dagli avvocati Franz pesare e Armando Pasanisi e il secondo dagli avvocati Francesco Nevoli e Roberto Eustachio Sisto, i due manduriani devono rispondere di concorso in omicidio colposo e omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro. Secondo il pubblico ministero Filomena Di Tursi che ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio per tutti, gli imputati non avrebbero garantito i necessari interventi di manutenzioni sui macchinari e del reparto gru in particolare già teatro nel 2012 di un altro infortunio mortale dalle caratteristiche quasi simili.
Oltre ai due manduriani affronteranno lo stesso processo Stefan Michel Van Campe, gestore per ArcelorMittal Italia dello stabilimento tarantino, Vincenzo De Gioia capo divisione «Sbarco materie prime parchi primari e rifornimenti»; il capo area Carmelo Lucca; Mauro Guitto, capo reparto manutenzione meccanica e infine Teodoro Zezza, capo del turno precedente rispetto a quello durante il quale avvenne l’incidente mortale.
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