
Ha confessato il sedicenne manduriano arrestato mercoledì sera con l’accusa di tentato omicidio. «Ho avuto paura perché mi aveva messo le mani attorno al collo». Sarebbe stato per legittima difesa, quindi, che il sedicenne manduriano ha estratto il coltello colpendo l’avversario più grande e grosso di lui finito poi in ospedale e ricoverato in prognosi riservata. È stata questa la giustificazione che il minore arrestato mercoledì sera con l’accusa di tentato omicidio e porto abusivo d’arma ha dato ai magistrati della Procura minorile di Taranto che ieri lo hanno interrogato per la convalida della misura restrittiva. Difeso dall’avvocato Antonio Liagi, il ragazzo ha risposto a tutte le domande della procuratrice dei minori Pina Montanaro e della giudice Paola Morelli che al termine dell’udienza hanno convertito i domiciliari con l’affidamento ad una comunità di recupero.
Il minore che è figlio di genitori separati, entrambi manduriani, sarebbe apparso molto turbato e dispiaciuto di quanto accaduto attribuendo il suo grave gesto al tentativo di divincolarsi dalla stretta del diciannovenne che lo avrebbe afferrato per il collo. Sull’origine della lite sfociata poi nel sangue, il sedicenne avrebbe fatto intendere l’esistenza id un debito in denaro che il suo conoscente da quasi un anno non aveva ancora onorato. Nulla si sa invece sulla provenienza di quel debito del valore di poche centinaia di euro. Sarebbe stato questo il motivo dell’incontro tra i due avvenuto nella piazzetta di Uggiano Montefusco frazione di Manduria. Intorno alle 21 di mercoledì i due giovani si sarebbero incrociati ed era così iniziata la discussione, la solita, a quanto pare, collegata sempre a quel debito. Dalle parole si è poi passati alle vie di fatto con un corpo a corpo terminato con le pugnalate che il più piccolo ha indirizzato al diciannovenne colpito da più fendenti al torace e alle braccia. Una delle tre ferite che lo hanno raggiunto al petto è andata più in profondità forando un polmone a pochi centimetri dal cuore.
Sempre secondo il racconto dell’indagato, sarebbero stati altri ragazzi che erano nelle vicinanze a separarli. Entrambi a bordo di macchine diverse sarebbero stati poi accompagnati all’ospedale di Manduria per essere medicati. Al pronto soccorso i due avevano dato inizialmente una diversa versione dei fatti forse per coprirsi a vicenda ma alla fine il ferito più grave ha raccontato tutto ai carabinieri di Manduria intervenuti su chiamata dei sanitari.
Le condizioni del ferito apparse subito gravi sono state accertate dall’esame radiografico che ha evidenziato la perforazione di un polmone. Il ragazzo è stato così trasferito d’urgenza all’ospedale Vito Fazzi di Lecce dove è stato ricoverato nel reparto di chirurgia toracica con la riserva della prognosi. Il minorenne rimasto a Manduria presentava vistose macchie i sangue sugli indumenti e sul volto ma senza nessuna ferita evidente per cui si presume che il liquido ematico fosse del suo rivale. Portato in caserma e contattati i suoi genitori, il minore è stato dichiarato in stato arrestato per flagranza di reato di tentato omicidio e porto abusivi di arma da taglio. Il coltello e serramanico usato è stato recuperato e sequestrato dai carabinieri della stazione di Manduria.
Sono intanto stazionarie le condizioni del 19enne ferito che ha già affifato invarico di assistenza legale all'avvocato Lorenzo Bullo.
Nazareno Dinoi
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1 commento
Gregorio
sab 12 febbraio 2022 05:31 rispondi a GregorioQuande chiacchiere è stato istruito bene. Andare. In giro col coltello a serramanico???