«Quelle vite spezzate sono iscritte nella memoria della Repubblica e il ricordo dei ragazzi, dei loro nomi e dei loro volti, accomuna oggi l’intera comunità civile». Così oggi il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricordato la strage di Casalecchio di Reno dove 30 anni fa come oggi un aereo militare precipitò su una scuola uccidendo dodici studenti.
Tra le vittime c’era anche una giovane manduriana, si chiamava Alessandra Gennar. Alex, aveva 15 anni ed era figlia di Vittorio Gennari e Vittoria, una coppia partita da Manduria in cerca di fortuna e di un lavoro al Nord. La famiglia Messapica era stata prima a Torino e poi si era trasferita nel piccolo comune di Zola Predosa. «Eravamo qui da venti mesi quando Alessandra è morta; e pensare che avevamo scelto di abitare vicino a Bologna perché già pensavamo all’università per lei», racconteranno i genitori ai giornali dell’epoca.
Il processo Per quella strage non c’è stata giustizia perché i tre militari imputati, il pilota tenente Bruno Vivani, il suo superiore, comandante Eugenio Brega e l'ufficiale della torre di controllo di Villafranca, colonnello Roberto Corsini, furono condannati in primo grado poi assolti in appello. Il 26 gennaio 1998 la quarta Sezione della Corte di Cassazione di Roma rigettò gli ultimi ricorsi dei familiari delle vittime e confermò l'assoluzione per tutte le parti coinvolte perché «il fatto non costituisce reato». La strage fu attribuita a un tragico incidente. I militari finiti sotto processo furono assistiti gratuitamente dall’Avvocatura dello Stato mentre il Ministero della Pubblica istruzione non richiese lo stesso servizio per le famiglie delle vittime.
Per il trentesimo anniversario di quella strage, il primo soccorritore che intervenne sul posto, Michele Branchini, ha realizzato un video che raccoglie le testimonianze di chi quel giorno.
Nazareno Dinoi
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7 commenti
Domenico
lun 7 dicembre 2020 12:47 rispondi a DomenicoIl comune di Manduria forse non potrà restituire la giustizia alla famiglia; ma al di là di parole vuote o ipocrite, onorare la memoria di una ragazza incolpevole, "uccisa da un tragico incidente" causato da persone dello Stato che si sono tutte salvate, può farlo. Intitolare una scuola o una via o un'aula magna, sarebbe un riconoscimento minimo sia a una vittima innocente che alla famiglia, una delle troppe, "costrette all'esilio".
Emanuele Biasco
lun 7 dicembre 2020 08:18 rispondi a Emanuele BiascoCondivido questa nobile proposta
Enzo Caprino
lun 7 dicembre 2020 12:20 rispondi a Enzo CaprinoMe lo ricordo quel giorno, un giorno doloroso. Ero a Casalecchio per esprimere il cordoglio della Città di Manduria ad Emanuele ed ai familiari delle vittime. Ricordo che lo Stato era presente con il ministro della Pubblica Istruzione Gerardo Bianco e con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Nino Cristofori. Un caro abbraccio ad Emanuelke Gennari che non vedo da tantissimo tempo.
Vittorio Emanuele Gennari
dom 6 dicembre 2020 09:45 rispondi a Vittorio Emanuele GennariSono Emanuele Gennari, il papà di Alessandra, perita nella strage dell'Istituto SALVEMINI di Casalecchio di Reno il 6 dicembre 1990 e volevo ringraziare la redazione per aver fatto conoscere ai manduriani questa triste vicenda avvenuta trent'anni fa.Nel 1973 andai via da Manduria con la tristezza nel cuore, perché chi mi conosce, e sono in tanti, sa quanto ami la mia terra.Quando Alessandra doveva nascere chiesi a Vittoria, manduriana come me,di partorire a Manduria perché volevo che la mia bimba avesse i natali lì da dove eravamo partiti. Sono un inguaribile nostalgico ed ho insegnato il mio dialetto ad entrambe le mie figlie.Ora lo faccio con la mia nipotina, figlia di Valeria. Dopo la strage del 6 dicembre 1990,ho riportato i resti della nostra Alessandra a Manduria dove riposa .
Massimo De Santis
lun 7 dicembre 2020 12:43 rispondi a Massimo De SantisStoria drammaticamente commovente, oggi come allora.
Pinuccio Quaranta
lun 7 dicembre 2020 12:04 rispondi a Pinuccio QuarantaUn fraterno abbraccio da un tuo amico d'infanzia
Emanuele Biasco
lun 7 dicembre 2020 09:31 rispondi a Emanuele BiascoUn caro abbraccio