Venerdì, 11 Luglio 2025

Cronaca

Questa volta le indagini delle forze dell’ordine hanno avuto il sostegno delle donne che, unite tra loro, hanno trovato il coraggio di denunciare

Tre donne si uniscono e fanno arrestare l'ex uomo violento

Violenza donne Violenza donne | © Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Questa volta le indagini delle forze dell’ordine hanno avuto il sostegno delle donne che, unite tra loro, hanno trovato il coraggio di denunciare l’uomo che le picchiava e le terrorizzava. Per questo è finito in carcere un quarantunenne manduriano che deve rispondere dei reati di maltrattamenti e lesioni personali. A notificargli l’ordinanza di custodia cautelare, richiesta dal pubblico ministero Francesco Ciardo, sono stati gli agenti del commissariato di polizia di Manduria che da quattro mesi indagavano sull’uomo, separato e padre di minori.

A far partire le indagini, era stata la denuncia della prima donna-coraggio che dopo l’ennesimo episodio di violenza (in una pizzeria di Manduria era stata aggredita dal suo compagno che gli aveva rovesciato addosso il piatto con la pizza ancora calda), aveva deciso di raccontare tutto ai poliziotti giunti sul posto perchè chiamati dai numerosi testimoni di quel vile atto. La notizia che finì sul giornale locale, spinse una ex compagna dell’uomo a denunciare a sua volta altre violenze subite. La solidarietà femminile ha infine coinvolto l’ex moglie del quarantunenne che, chiamata dal commissario Antonio Gaetani, ha confermato anche lei gli stessi comportamenti di prepotenza del suo ex marito.

Dal racconto delle tre donne è così venuto fuori un carattere disturbato dell’uomo che soggiogava e terrorizzava le sue donne costrette ad esaudire supinamente ogni suo desiderio, obbligandole a chiedere il suo permesso prima di ogni loro spostamento. Persino il preparare una pietanza senza la sua espressa richiesta diventava motivo di lite e di percosse. Le denunce raccolte dai agenti di polizia raccontano gravissimi episodi che per un miracolo non sono sfociati in tragedia. Come quella volta in cui l’indagato avrebbe scaraventato contro la donna del momento una pentola piena di acqua bollente che fortunatamente non ha raggiunto il bersaglio. C’è il sospetto che durante questi scatti di violenza l’uomo abbia potuto agire sotto l’effetto di sostanze stupefacenti anche se nessuno delle sue presunte vittima avrebbe dichiarato di avere mai assistito all’assunzione di droghe, notando, però, che gli scatti di ira si presentavano puntualmente durante il fine settimana quando il carattere del loro compagno (o marito) cambiava radicalmente diventando palesemente più elettrizzato. Insomma, tanti episodi di violenza psichica e, soprattutto, fisica, raccontati dalle vittime che, spesso, per paura di ulteriori ritorsioni, avevano evitato di denunciare l’accaduto.

Qualcuna di loro ha conservato le foto delle tumefazioni e ferite sul corpo provocate dal suo compagno. Prove queste finite nel fascicolo dell’inchiesta coordinata dal pubblico ministero Ciardo.Il magistrato ha infine deciso di chiedere la misura restrittiva nei confronti dell’indagato che, nonostante le denunce presentata, avrebbe continuato a minacciare e intimorire le sue ex compagne terrorizzate costrette a non uscire mai da sole per paura di incontrarlo. Questo ha spinto gli investigatori a mettere sotto tutela le presunte vittime facendo rinchiudere l’indagato.

Nazareno Dinoi

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1 commento

  • Massimo
    mar 3 marzo 2020 07:51 rispondi a Massimo

    Perché non pubblicate nome e cognome?tanto quest'uomo non ha nessun tipo di dignità......!

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