Martedì, 23 Aprile 2024

Cronaca

È pieno di accuse di maltrattamento di animali, di ritardi nelle cure e di presunte omissioni istituzionali l’esposto presentato alla Procura della Repubblica di Taranto

La denuncia choc: “cavallo lasciato morire di fame nel maneggio”

Nerone Nerone | © La Voce di Manduria

Cavallo denutrito e malato muore per mancanza di cure e di attenzioni da parte delle istituzioni. È pieno di accuse di maltrattamento di animali, di ritardi nelle cure e di presunte omissioni istituzionali l’esposto presentato alla Procura della Repubblica di Taranto dall’associazione «Italian Horse Protection» dopo la morte di un cavallo ospitato nel maneggio «La Corte dei vescovi» di Manduria.L’animale di nome Nerone sul cui corpo gli animalisti chiedono l’esame autoptico per far luce sulle cause del decesso, è uno di numerosi equini presenti nella struttura che secondo gli autori della denuncia sarebbero abbandonati a sé stessi a causa di un contenzioso nato tra proprietari del maneggio e il suo gestore.

Nella denuncia, firmata dal presidente della onlus, Santo Richichi di Pisa, si parla di due segnalazioni urgenti datati 6 e 7 settembre indirizzate alla Asl veterinaria di Taranto nella quale si denunciava il grave stato di salute di Nerone, dall’aspetto denutrito e con sintomi di un grave malessere da diagnosticare e curare. Non ricevendo risposte, il 9 settembre l’associazione che da dieci anni si occupa di denunciare casi di maltrattamenti su cavalli, aveva segnalato il caso al Ministero della Salute, direzione generale sanità animale e farmaco veterinario. La mattina dell11 settembre, fa sapere il presidente dell’associazione protezione cavalli, il direttore dell’Ufficio di tutela animale del Ministero della Salute, Ugo Santucci, avrebbe a sua volta chiesto l’intervento dei carabinieri di Manduria e dei veterinari della Asl. Purtroppo anche in questo caso, denunciano gli animalisti, qualcosa avrebbe ritardato le cure necessarie. I veterinari dell’azienda sanitaria, accompagnati dai carabinieri di Manduria , si sostiene nella denuncia, si sarebbero recati nel maneggio e dopo aver constatato lo stato del cavallo, avrebbero chiesto all’associazione la disponibilità ad assumersi la sua custodia giudiziaria, le cure e il mantenimento. L’organizzazione animalista avrebbe accettato l’impegno contattando subito una struttura tarantina per il ricovero urgente dell’animale, ma i veterinari avrebbero, successivamente, contattato la clinica veterinaria tarantina facendo sapere che prima del trasporto bisognava fare degli ulteriori accertamenti non meglio specificati. «Circa un’ora e mezza fa – si legge nell’integrazione all’esposto depositato in Procura –, abbiamo saputo dal gestore del maneggio che il cavallo era da poco deceduto (trovato a terra privo di vita».

Una morte annunciata per gli animalisti che chiedono così di indagare per scoprire eventuali responsabilità. «Tanto premesso – si legge nell’esposto - chiediamo l’autopsia sul cavallo al fine di accertare le cause della morte e le patologie di cui l’animale soffriva e per le quali è rimasto senza cure per una moltitudine di giorni nonostante le nostre circostanziate denunce e i solleciti». Il dito dell’associazione protezione cavalli è puntato anche altrove. «Chiediamo al pubblico ministero – continua lo scritto - di accertare tutte le responsabilità, comprese quelle eventualmente omissive, sulla morte del cavallo Nerone che era stato dichiarato in condizioni critiche e bisognoso di cure urgenti già la sera del 6 settembre dalla dottoressa Alessandra Torraco, medico veterinario ippiatra».

Nazareno Dinoi

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