
“Non sono più giovane e non posso lasciare le persone che vivono con me”. Non se la sente Giuseppe Parato, il farmacista manduriano che vive ancora in Ucraina, di abbandonare tutto, la sua casa, la sua vita a Kiev e fuggire lasciando chi ha ancora bisogno di lui. “Come faccio? Da casa mia io non mi sposto”, insiste Parato visibilmente scosso.
Lo avevamo sentito per telefono qualche giorno fa, ieri un’altra volta, sta ancora bene, ma è provato. Non vuole e non può allontanarsi dalla sua abitazione nella splendida periferia di Kiev, città oramai sotto l’assedio dell’esercito russo.
“Non ho macchina, non c’è benzina, non ci sono taxi e i treni sono presi d’assalto. Poi, per andare dove?”, ci racconta Parato. In effetti uscire in questo momento a Kiev è estremamente pericoloso e significa mettere a rischio la prova vita. In casa Giuseppe ha viveri a sufficienza per un mese e l’unica città ucraina meno rischiosa al momento è Leopoli. Ad invitarlo a raggiungerla è stato il consolato italiano a Kiev che proprio ieri mattina ha contatto il farmacista esortandolo a dirigersi verso la città ucraina.
“Ho spiegato al console che non muovermi e che non me la sento di prendere il treno; il posto più sicuro è casa mia, qui a Kiev”, ribadisce Parato che ammette, a differenza delle precedenti telefonate, come in questi giorni gli scoppi e i rumori della guerra siano più vicini e più frequenti. La città di Manduria è però sempre nei suoi pensieri ed anche i tanti manduriani che lo conoscono fanno altrettanto.
Tra le tante preoccupazioni, Giuseppe spera che l’invasione russa possa cessare al più presto grazie ad una possibile mediazione del governo cinese. «Saluto tutti gli amici manduriani a cui dico di non preoccuparsi per me», conclude il farmacista dandoci appuntamento alla prossima telefonata.
Marzia Baldari
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1 commento
Marco
gio 10 marzo 2022 04:54 rispondi a MarcoDott. Parato pensi alla Sua salute. I polli tici sono egoisti mi creda...non si fidi di loro.