
Il 26 agosto del 2010, undici anni fa alle ore 14 di oggi, nella villetta della famiglia Misseri in via Grazia Deledda ad Avetrana si consumava il delitto che per dinamiche e contesto continua e continuerà a far parlare e dividere l’opinione pubblica tra innocentisti e colpevolisti.
Per la giustizia italiana che si è già espressa nelle tre sedi previste, non ci sono più dubbi: ad uccidere Sarah Scazzi, allora quindicenne, sono state Sabrina Misseri e Cosima Serrano, rispettivamente cugina e zia di sangue della giovane vittima. Le due donne, secondo la ricostruzione fatta dalla Corte d'assise di primo e secondo grado e infine della Cassazione, l’hanno prima strangolata e poi affidato il corpo al capofamiglia, Michele Misseri che lo ha gettato in un pozzo in contrada Mosca, pochi chilometri nelle campagne di Avetrana dove si trova un suo podere.
Le due donne stanno scontando l’ergastolo nel penitenziario di Taranto da dove da un giorno all’altro potrebbero uscire per godersi una prima licenza premio così come prevede l’ordinamento italiano. «Cosima con la figlia Sabrina lavorano entrambe nel carcere tarantino e sono considerate detenute modello», ha detto l’avvocato di zia Cosima, Franco De Jaco. «Hanno già scontato dieci anni e presto faremo un’istanza al tribunale di sorveglianza perché possano godere di qualche premio», ha aggiunto il legale aprendo all’ipotesi che presto le due donne potrebbero tornare per il periodo stabilito in quella stessa casa di Via Deledda dove undici anni fa come oggi la piccola Sarah trovò la morte. La condanna all'ergastolo è stata appellata alla Corte di Giustizia Europea che dovrebbe esprimersi entro l'anno in corso.
N.Din.
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2 commenti
Gregorio
gio 26 agosto 2021 01:34 rispondi a Gregorio-“...per godersi una prima licenza premio.” ?? Paradosso all’Italiana , due assassine che godono di licenza PREMIO !!!
Domenico
gio 26 agosto 2021 06:29 rispondi a DomenicoRicorrere alla Corte Europea è diventata una prassi diffusa, poco filtrata, da permettere di sperimentare anche all' estero la lunghezza di certi processi in Italia causati dalla mole di lavoro dei tribunali. Il rispetto della vita è sancito da tutti gli stati. Varia la "sensibilità" per il recupero di chi si rende colpevole del crimine più grande che esista: arrogarsi l'arbitrio di troncarla. C'è chi si pente subito dopo aver commesso il reato; la vittima non ha la possibilità di perdonare, accettare le... Scuse. Ritengo che se non esistessero scappatoie, la sanzione punitiva non inferiore a venti anni (prima dell' accesso ai benefici), sarebbe un deterrente più efficace per omicidi occasionali o... professionisti.