La prima vendemmia di uve di Primitivo sarebbe stata fatta a Campomarino di Maruggio e la prima etichetta del vino che avrebbe poi preso il nome della vicina Manduria, si chiamava, appunto «Campomarino». Lo scrive in un articolo pubblicato sul sito specializzato winerover.it la giornalista toscana esperta di vini e arte, Maddalena Baldini. «Le ipotesi sull’approdo del Primitivo in California sono ancora un po’ incerte», scrive la giornalista che si addentra poi nella storia pugliese del vitigno. «Il Primitivo – spiega - arrivò in Puglia dall’altra costa dell’Adriatico, forse già per mano dei greci oppure per mano di alcune popolazioni che si rifugiarono nelle terre pugliesi per evitare le persecuzioni dei turchi. Studi più recenti – prosegue l’esperta - hanno invece trovato affinità con un’uva, sicuramente arrivata dall’altra parte del mare, chiamata Zagarese».
Da qui l’autrice dell’articolo arriva alle prime barbatelle di primitivo arrivate a Manduria che risalirebbero alla fine del 1800 e furono «portate dalla contessa Sabini di Altamura, come dote matrimoniale a Tommaso Schiavoni Tafuri. Il merito va al cugino del marito – rivela Maddalena Baldini - che iniziò la coltivazione di questa uve nelle terre poco lontane da Manduria, a Campomarino. La prima annata messa in bottiglia – fa sapere infine la giornalista - risale al 1891 con la denominazione, appunto, di Campomarino».
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