Lunedì, 29 Aprile 2024

Giudiziaria

Questo secondo giudizio è scaturito dall’appello proposto dal titolare di una grossa concessionaria di moto di grossa cilindrata di Manduria

Truffa degli assegni a vuoto, due condanne

Tribunale Tribunale | © La Voce di Manduria

Era stato truffato da due della provincia di Brindisi che avevano pagato con due assegni vuoti una grossa moto del valore di 6.800 euro. Dopo il danno anche la beffa per il rivenditore manduriano che nel giudizio di primo grado aveva assistito all’assoluzione dei due clienti. Ieri, invece, la Corte d’appello di Taranto, distaccamento di Lecce, ha riformato la sentenza dei primi giudici condannando i due imputati L.C. di Mesagne e N.F. di San Michele Salentino, alla pena rispettivamente di 6 e 9 mesi di reclusione oltre al risarcimento del danno.

Questo secondo giudizio è scaturito dall’appello proposto dal titolare di una grossa concessionaria di moto di grossa cilindrata di Manduria difeso dall’avvocato Dario Iaia del foro di Taranto. All’assoluzione si era opposta anche la pubblica accusa.I fatti risalgono al 2015 quando i due brindisini si presentarono in concessionaria mostrandosi interessati all’acquisto di una fiammante KTM SX 125. Le trattative si conclusero con il prezzo concordato di 6.800. Carpendo la fiducia del rivenditore, i due acquirenti pagarono la merce con due assegni postali spuntando anche la permuta di un motociclo usato.

Il giorno dopo l’amara sorpresa per l’imprenditore. Portati all’incasso, i due titoli postali risultarono scoperti. Da qui la denuncia del commerciante ed il successivo processo tenuto al Tribunale di Taranto concluso con l’assoluzione di entrambi gli imputati.La Corte di appello ieri ha ribaltato quel verdetto alla luce degli appelli proposti dalla parte civile e dalla procura che con rispettive memorie hanno sostenuto l’esistenza della truffa ai danni dell’ignaro venditore. Circostanza questa provata anche dal fatto che il motociclo KTM acquistato con gli assegni a vuoto dopo soli tre mesi era stato venduto da uno degli imputati su un sito di intermediazione internet. La corte di appello ha evidentemente apprezzato le argomentazioni della parte civile concludendo per la condanna di entrambi gli imputati.

Nazareno Dinoi

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1 commento

  • Gherardo Maria
    lun 3 febbraio 2020 10:57 rispondi a Gherardo Maria

    Pazzesco, spero solo che il concessionario, possa (ma dubito) entrare in possesso della somma. Semplicemente pazzesco.

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